«Sartori e 7 manager siano processati per la truffa all'Ue»

Renzo Sartori e qui sotto Alberto Raffaelli
Sotto l'attenta regia dei Magazzini Generali, all'epoca governati dal direttore generale (prima già presidente) Renzo Sartori, uomo di sicura «fede» ciellina, un articolato intreccio di scarl, srl e spa pronte a manovrare abilmente una contabilità, di fatto solo cartacea, costruita
ad hoc
per incassare (stavolta non sulla carta) copiosi fondi Europei tramite le Regioni Veneto e Puglia o il Ministero dello Sviluppo.
Ben 400 mila euro di fondi, per la maggior parte incamerati, per un'altra parte, non ancora liquidati destinati a quattro progetti dai nomi strampalati e dai contenuti verbosi, ideati ad arte per spillare quattrini, almeno secondo le risultanze dell'inchiesta-ter che ha per protagonisti uomini (e donne) legati alla Compagnia delle Opere (il braccio economico di Comunione e Liberazione). Un'inchiesta ormai conclusa dal pubblico ministero Vartan Giacomelli che ha sollecitato il processo per otto persone, tra loro l'ingegnere Sartori, e la citazione sempre a giudizio (per illecito amministrativo come prevede la legge 231 del 2001) a carico della società Interporto Padova, che ha incorporato Magazzini Generali (ente fondato nel 1931 e, fino a prima della fusione per incorporazione, controllata al 57% dall'amministrazione comunale), e di scarl Log System. Oltre a Sartori, 54 anni di Padova, rischiano il processo il presidente del Cda della società Dieffe scarl Fabio Di Nuzzo; il presidente del Cda nonché amministratore delegato di K Communication srl (fallita nel gennaio 2010) Alberto Raffaelli; il vicepresidente di Dieffe Federico Pendin; il legale rappresentante e poi liquidatore del consorzio Cesfo scarl Stefano Ziroldo; la dipendente di Magazzini Generali addetta all'ufficio progetti Alessandra Guarise; e il consulente ravennate Paolo Bendinelli, l'artefice delle alchimie finanziarie finito nei guai in qualità di «rendicontatore» per le varie aziende richiedenti i finanziamenti europei, ma anche il «grande accusatore» che avrebbe dato il via agli accertamenti giudiziari nei confronti della galassia di società legate alla Compagnia delle Opere che ha il quartier generale nel «Centro Papa Luciani» di Forcellini. Dove, appunto, hanno sede alcune società coinvolte nell'indagine. E dove occupava un ufficio per lavorare Bendinelli, autentico architetto contabile, capace di incastrare numeri, attività, prestazioni e servizi per far incassare (stavolta non sulla carta) copiosi Fondi Europei destinati ad arrivare grazie alla Regione del Veneto (per il progetto Innova 2004 e per l'iniziativa Equal Logicomp), o alla Regione Puglia (per il progetto Equal Technè) e ancora attraverso l'ex Ministero delle Attività produttive ora dello Sviluppo (per il progetto di teleporto nel distretto amministrativo di Vladimir, città russa). L'accusa contestata a tutti è di concorso in truffa aggravata e continuata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. L'8 luglio è prevista l'udienza preliminare davanti al gup Lara Fortuna, chiamata a pronunciarsi sulla richiesta. E chi dava ordini, almeno secondo la pubblica accusa? Sartori, che avrebbe impartito precise disposizioni alla Guarise, incaricata di mettere a punto la documentazione dispensabile per far lievitare le spese effettivamente sostenute, facendo figurare costi per attività mai avvenute o per collaboratori impegnati in lavori mai svolti. Del resto fanno pure sorridere i singolari progetti messi in campo, dal contenuto fumoso. Come il progetto di un «teleporto» in una sperduta città dell'ex Urss, un centro di sdoganamento delle merci per favorire lo scambio Italia-Russia. E ancora l'iniziativa «Equal Logicomp per trasformare le competenze professionali nei settori logistica e dei servizi».
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