Sbanda e si schianta contro un tir Muore il passeggero: condannato

Un anno e otto mesi all’automobilista trevigiano Loris Frasson: provocò l’incidente in autostrada che costò la vita al 37enne Stefano Nalesso di Brugine, spentosi dopo qualche giorno in coma
Di Fabio Poloni

CASTELFRANCO. La velocità eccessiva, lo schianto terribile contro un camion, l’amico passeggero che va in coma e muore qualche giorno dopo.

Per quella tragedia della strada ora l’automobilista è stato condannato: un anno e otto mesi.

Protagonista della vicenda Loris Frasson, 68 anni. A perdere la vita in quel drammatico schianto avvenuto all’alba di sabato 10 maggio 2008 era stato Stefano Nalesso di Brugine, nel Padovano, allora trentasettenne.

L’incidente era avvenuto in autostrada a pochi chilometri da Cesena. Nalesso era in viaggio con Loris Frasson quando la loro auto è finita contro un camion. Ad avere la peggio era stato Stefano, che sedeva sul posto del passeggero.

Ora il lungo iter giudiziario si è concluso: la Cassazione ha confermato la pena a un anno e otto mesi a carico di Frasson, emessa dal tribunale di Forlì e confermata dalla Corte d’appello di Bologna a novembre del 2015, per «aver provocato la morte di Stefano Nalesso in qualità di conducente dell’autovettura Golf nella quale era trasportata la vittima, a seguito di velocità eccessiva».

L’automobilista castellano ha perso «il controllo del mezzo - si legge ancora nella sentenza - immettendosi di traverso sulla carreggiata, finendo contromano nella corsia opposta». Lì l’appuntamento con il destino è stato implacabile: devastante l’impatto contro un tir che ha centrato proprio il lato del passeggero.

Dopo i primi due gradi di giudizio, Frasson ha presentato ricorso in Cassazione lamentando presunti difetti di notifica a inizio indagine e invocando il concorso di colpa a carico dell’autista del tir coinvolto nel frontale.

Richieste respinte: la prima – scrivono i giudici della Suprema corte – è superata dalla giurisprudenza, e l’errore iniziale di notifica non ha precluso all’imputato la possibilità di difendersi a processo.

La seconda eccezione, quella sul concorso di colpa, è stata cassata perché «di portata talmente lieve da non giustificare la riduzione della pena inflitta»: l’autista del tir, infatti, viaggiava a settanta chilometri orari a fronte di un limite di 60 in autostrada per i «mezzi d’opera a pieno carico».

Stefano Nalesso, morto dopo alcuni giorni di coma a seguito dello schianto, ha lasciato la moglie Elisa Gorgolani.

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