Scabbia, l’allarme di Zaia «È un pericolo concreto»

«Scabbia a Padova, tutta la sanità veneta è allertata: il pericolo è concreto, si tratta di malattie che credevamo debellate». Parole di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, che ha commentato così, anche con un tweet, l’allarme scattato all’ospedale di Padova dopo i due casi di scabbia riscontrati in altrettanti operatori del servizio di emergenza 2525.
«Si può legittimamente parlare di un’emergenza, di fronte a casi come questo o a quelli di tubercolosi e lebbra: malattie che pensavamo fossero scomparse. Il pericolo è concreto e tutta la sanità della nostra regione è mobilitata», continua il governatore atteso lunedì a Padova per inaugurare il nuovo servizio con gli steward in pronto soccorso. Le sue parole si riferiscono, probabilmente, all’allarme rappresentato dai continui sbarchi di profughi sulle coste della Sicilia: un’emergenza sanitaria, oltre che umanitaria.
Quelli appena trascorsi sono stati giorni di intenso lavoro per i 18 operatori del 2525, il servizio di emergenza dell’Azienda ospedaliera. Gli uomini sono stati impiegati infatti nei lavori di sistemazione degli ambienti interni ed esterni del policlinico proprio in vista della visita di Zaia. Hanno pulito e liberato anche alcune panchine nel chiostro dell’ospedale vecchio: da mesi erano diventate rifugio per i senzatetto. Il contagio sarebbe avvenuto eseguendo questa operazione apparentemente banale.
Il primo allarme risale a quattro giorni fa: l’operatore si è fatto visitare preoccupato per il prurito a braccia e gambe. I medici hanno diagnosticato la scabbia. L’uomo è stato messo in convalescenza con una prognosi di 10 giorni e tutta la sua famiglia è stata sottoposta a profilassi. Giovedì mattina una seconda defezione: il collega dell’operatore contagiato ha accusato gli stessi sintomi. Quest’ultimo, per ora, si trova in terapia preventiva. Mercoledì prossimo si sottoporrà alla visita dal dermatologo a cui spetta l’ultima parola.
La scabbia è una malattia contagiosa che colpisce la pelle. È provocata da un parassita, un acaro invisibile a occhio nudo che scava cunicoli sotto la cute, dove depone le uova e provoca prurito e macchie rosse. La malattia si trasmette attraverso il contatto prolungato con vestiti e lenzuola di persone malate.
Del contagio dei due operatori è stata subito avvertita la direzione dell’Azienda ospedaliera ma la notizia si è diffusa rapidamente in tutto l’ospedale. Ora c’è apprensione perché si teme un contagio.
@enricoferro1
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