Scalatore e cuoco, il 30enne ingegnere lasciò la Campagnolo per le sue passioni
Villafranca Padovana. Carlo Gomiero era cresciuto nella trattoria di famiglia. Dai Grandi Pogettista, viveva con Anna e da giugno era chef al rifugio Velo

VILLAFRANCA. Carlo Gomiero aveva compiuto trent’anni lo scorso 20 aprile: era un ingegnere meccanico con la passione dello sport e della vita all’aria aperta. . Uno spirito libero, che sapeva unire le sue conoscenze tecniche di altissimo livello e professionalità all’amore per la canoa e soprattutto per la montagna.

POLETTO - FOTO PIRAN - VILLAFRANCA PADOVANA - REC FOTO GOMIERO CARLO
E proprio questa sua passione gli aveva fatto prendere una decisione che in molti, tra le persone che conoscevano lui e la sua famiglia, avevano trovato azzardata: da giugno aveva lasciato il suo lavoro di ingegnere progettista alla fabbrica di biciclette Campagnolo di Vicenza ed era andato a lavorare per la stagione estiva come cuoco al rifugio Velo della Madonna a San Martino di Castrozza, in provincia di Trento, a 2. 350 metri di altitudine.
Poteva così coniugare la sua passione per la cucina a quella per l’alpinismo e le scalate in montagna: da due anni era istruttore di arrampicata per il Cai, il Club alpino italiano.

POLETTO - FOTO PIRAN - VILLAFRANCA PADOVANA - REC FOTO GOMIERO CARLO il giorno della laurea con la fidanzata Anna
Carlo la montagna la amava e la conosceva bene e sapeva come affrontarla. La sua competenza tecnica e ingegneristica la metteva invece al servizio da un anno come membro del Centro di ricerca per l’alpinismo. «Ho cercato di unire la mia passione per lo sport e la vita all’aria aperta con le mie conoscenze, per progettare i migliori strumenti per atleti e dilettanti di alto livello» scriveva di sé nel suo profilo lavorativo.
Carlo Gomiero, che nel 2013 si era laureato in Ingegneria Meccanica all’università di Padova e tre anni dopo aveva conseguito un Master sempre nello stesso ramo, aveva fatto parte anche di un team all’interno dell’università, progettando un’imbarcazione. Con le imbarcazioni Carlo aveva dimestichezza fin da bambino: era stato campione italiano di canottaggio, con la Canottieri Padova. Come lui anche la sorella Arianna. Nel 2007 avevano vinto entrambi il titolo italiano di remoergometro: Arianna aveva conquistato il tricolore nella categoria seniores, Carlo in quella juniores. Oltre che atleta iridato (aveva vinto i campionati italiani sei volte ed era arrivato quarto ai campionati mondiali a Pechino nel 2007) era stato anche istruttore di canottaggio.
Ma si era appassionato poi anche al free climbing e all’alpinismo, oltre che al motociclismo. Era cresciuto nell’azienda di famiglia: i Gomiero per settant’anni avevano gestito a Taggì di Sotto la rinomata trattoria Dai Grandi e lui portava il nome del fondatore dell’attività, suo nonno. Il ristorante aveva chiuso nel 2001, ma i suoi genitori Antonio e Leonia avevano continuato a gestire l’annesso bar tabaccheria, dove a volte si vedeva anche la sorella Arianna a dare un aiuto. Ma poi era sopraggiunta la malattia del padre, Arianna aveva avuto tre bambini ed era andata ad abitare lontano e Carlo aveva scelto un’altra strada, così l’attività era stata ceduta e rilevata dai fratelli Guerriero, che hanno la macelleria a Taggì di Sotto.
«Lo vedevo di tanto in tanto» racconta Giovanni Guerriero, «specialmente quando scattava il sistema di allarme del bar per i tentativi di intrusione e lui sapeva estrapolare le immagini delle telecamere. Ne approfittava per venire a trovare la mamma, che abita da sola da quando il padre è stato ricoverato in casa di cura. L’ultima volta che l’ho visto, alcuni mesi fa, mi ha raccontato che aveva lasciato il lavoro da ingegnere alla Campagnolo e aveva deciso di fare la stagione come cuoco al rifugio. Sicuramente uno spirito libero».
Carlo da qualche tempo aveva lasciato la casa dei genitori e si era trasferito a Teolo con la sua ragazza Anna. ––
Cristina Salvato
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