Scalatori in parete al centro del Portello

PORTELLO. Dieci metri e sessanta centimetri sono un’altezza ragguardevole che si può trovare in montagna o, da oggi, in via Gradenigo 10. Qui sarà inaugurata, alle 16, la palestra del Cai (Club alpino italiano), progettata dall’architetto (già volontario) Antonio Feltrin, che offrirà tre pareti da conquistare arrampicandosi come stambecchi. La più improba, quella da dieci metri e rotti appunto, poi una da sei metri e, infine, quella da due metri e mezzo, utile ai bambini ma anche all’allenamento delle mani per gli esperti. Gli itinerari sono di diverse difficoltà, dal quarto all’ottavo grado, ovvero dal bambino al veterano, tanto per i 3500 soci padovani dei Cai, quanto per chi volesse cimentarsi nell’arrampicata. Gli alpinisti in via Gradenigo hanno già la loro sede da tre anni: occupano tre piani dello stabile recentemente ristrutturato. «Sul territorio», spiega Angelo Soravia, il presidente, «abbiamo quattro sezioni e 18 commissioni (ovvero gruppi autonomi)». Una famiglia, che ha il sapore della tribù, che non sta ferma un minuto: i senior organizzano un paio di pullman a settimana per le Dolomiti o la Jugoslavia o, se il tempo non permette, si "accontentano" dei Colli; gli escursionisti si fanno carico di tre corsi l’anno ed escono ogni domenica; poi c’è la scuola di speleologia; il gruppo che va via in bici; quello che si occupa (volontariamente) della manutenzione dei sentieri sui Colli; il gruppo naturalisti e l’alpinismo giovanile; infine c’è il fiore all’occhiello, la scuola di alpinismo che "sforna" guardie alpine del calibro di Ettore Bona e Alessandro Bau. Oggi, all’inaugurazione, ci sarà, ad esempio, Monica Voltan, una donna "tosta" che salva letteralmente la vita perché membro del soccorso alpini.
Elvira Scigliano
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