«Scalo le classifiche del web perché il meteo è la mia passione»

di Claudio Malfitano
Inseguendo le nuvole tra Padova e Belgrado. Nasce in Veneto il sito di previsioni meteorologiche più seguito in Italia. Per sapere che tempo farà il pescatore catanese o il maestro di sci della Valtellina si collegano a Ilmeteo.it. E’ il secondo sito di news italiano, dopo Repubblica.it, nella classifica Audiweb di febbraio, con una media di 11 milioni di pagine viste al giorno.
Un «colosso» del web creato e gestito da Antonio Sanò, giovane ingegnere ambientale di Cartura. Piglio deciso, aspetto elegante, modi gentili e una certa determinazione negli occhi. Imprenditore di successo non per scelta ma per passione. Quella per le nuvole.
«Se avessi potuto proseguire a curare il sito senza mettere di mezzo i soldi l’avrei fatto, ma sarebbe stato impossibile sopravvivere», spiega.
Di soldi però adesso quel sito ne vale molti. E se qualcuno lo volesse acquistare?
«In questo momento non lo venderei per nessuna cifra. Lo faccio perché mi piace, è la mia passione. Tra qualche anno non lo so, se mi dovessi stufare...»
Quante persone lavorano al suo sito?
«In questo momento 12 persone, tra Padova, Rimini e Belgrado. Più la concessionaria pubblicitaria. Finora la sede era a Cartura, ma siamo in fase di trasloco: presto avremo un nuovo spazio al Net Center»
Un sito «amatoriale» che diventa un must del web. Bill Gates è partito da una cantina, lei da dove?
«Da casa mia, a Cartura. Nel 2000 ho registrato il sito. È un buon indirizzo, ma non certo il migliore. Ho iniziato da solo, con un blog fatto da me e molto rudimentale. In pratica commentavo dei dati meteo che all’epoca erano disponibili gratuitamente sul web».
Quando ha capito che quel sito poteva diventare qualcosa di più?
«La svolta è arrivata tra il 2002 e il 2003. Quando per seguire la mia passione per la meteorologia mi sono iscritto a un corso universitario a Belgrado».
A Belgrado?
«Sì. Pochi lo sanno, ma la capitale serba è una delle culle della moderna meteorologia. Grazie a Fedor Mesinger e Zaviša Janjic, che hanno rivoluzionato la modellistica. La loro grande scoperta è stata dividere l’atmosfera in livelli. Per semplificare hanno scoperto il 3D nella meteorologia».
Dopo l’esperienza serba come è continuato il lavoro sul sito?
«Ho portato in Italia quel modello matematico. E così elaboravo le previsioni con un computer praticamente “casalingo”. Nel 2005 è cominciata ad arrivare la pubblicità. E tutto è cambiato. Perché i soldi guadagnati li ho investiti nella ricerca e per potenziare i nostri mezzi. Nel 2007 ho creato la concessionaria pubblicitaria e il sito è diventato un’impresa».
Oggi come lavorate?
«Utilizziamo i dati del più grande centro inglese: l’Ecmwf di Reading . Li elaboriamo in un nostro super-computer e in pochi minuti siamo in grado di fornire previsioni precise per 50 mila località in tutta Europa»
Se dovesse riassumere il segreto del successo del suo sito che parole utilizzerebbe?
«Qualità e affidabilità per prima cosa. Poi facilità e velocità di consultazione dei dati».
Su Internet chi si ferma è perduto. Come svilupperà il suo sito?
«Vogliamo migliorare ulteriormente le previsioni. E poi sviluppare tutte le potenzialità della navigazione mobile e del mercato delle App»
E dal punto di vista dell’immagine?
«Dal 13 maggio lanceremo Leimeteo.it: in pratica una versione al femminile del sito. Ci saranno contenuti dedicati, ad esempio per le mamme e i loro bimbi, o per chi tiene all’abbronzatura. Ma il mio grande sogno è portare il sito sul mercato internazionale ed aumentare la quota di visitatori stranieri, che già oggi è del 6%».
Spesso vi accusano di previsioni troppo allarmistiche. Gli albergatori sono furenti...
«E’ una polemica sterile. Che interesse avrei a pilotare o esagerare le previsioni? Sbagliare è la cosa che ci danneggia di più. Il nostro compito è dire le cose come stanno. Nell’interesse di tutti».
Anche quando tutti ritengono impossibile che cadano 20 centimetri di neve nel centro di Roma?
«Quella nevicata l’avevamo prevista con 10 giorni di anticipo. Ci sono i comunicati a dimostrarlo. E lo stesso per il pericolo alluvione a Genova».
Siete in contatto con istituzioni o Protezione civile?
«So che alcuni gruppi ci usano. Ma le istituzioni sono costrette ad affidarsi all’Arpav o all’Areonautica. Questo “monopolio” delle previsioni, ha praticamente bloccato per anni la meteorologia in Italia. Io sono per il libero mercato, dove vince chi è più bravo».
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