Scandalo Mps-Antonveneta, ora la cessione torna possibile

In regione si sta formando una cordata interessata a rilevare la banca. Dossier sul tavolo di imprenditori e investitori. Sull'acquisto da parte di Mps si parla di una tangente da 2 miliardi

PADOVA. Il destino scritto parla di incorporazione, ma l’ultima parola potrebbe non essere stata ancora detta. Antonveneta torna, infatti, al centro del risiko bancario. Il Monte dei Paschi sta procedendo sul sentiero della fusione per incorporazione dell’istituto di piazzetta Turati nel Monte ma nel frattempo in regione si torna a parlare e ragionare su un asset in vendita.

«La banca è sul mercato» è l’indiscrezione che si raccoglie in ambienti finanziari e «c’è chi la sta valutando con interesse». Sul dossier ci sarebbero gli occhi di imprenditori veneti che, direttamente o indirettamente, avrebbero sollecitato l’intervento di un investitore forte. Nessuno si sbilancia sul nome degli attori interessati ma sembra che prime valutazioni abbiano attribuito all’istituto veneto un valore compreso tra gli 800 e i 900 milioni di euro. La possibilità di valorizzare il marchio Antonveneta e, in tutto o in parte, la sua rete di circa 400 sportelli non è sfociata ancora nella formulazione di un’offerta. Serve una proposta molto aggressiva, diversamente il Monte andrà avanti con il piano di incorporazione.

Nel quartier generale dell’istituto padovano c’è scetticismo circa la possibilità che all’orizzonte compaia, improvvisamente, un cavaliere bianco. Ma nonostante la bufera mediatica che ha investito il Monte in questi giorni gli interessati continuano a vedere lo spazio per riuscire a valorizzare Antonveneta come banca del territorio autonoma.

Ancora in fase di predisposizione del nuovo piano industriale del Monte, il presidente Alessandro Profumo e l’a.d. Fabrizio Viola avevano sondato l’interesse per la cessione del marchio e di una parte della rete. In quella fase si erano fatte strade delle voci sul possibile coinvolgimento di Veneto Banca, che aveva poi smentito, e anche di Deutsche Bank. Difficilmente, però, soggetti bancari locali potrebbero oggi valutare positivamente un’operazione di questo tipo. E nemmeno singoli imprenditori avrebbero, da soli, la forza per portare a termine un ritorno al passato sul fronte della compagine societaria. Resta quello che le indiscrezioni accreditano come «un investitore forte», detto che in regione la sola Palladio Finanziaria si è mossa, fin qui, su dossier di livello paragonabile (Fonsai, l’ultimo, che però ha visto la finanziaria vicentina uscire sconfitta).

I tempi dell’incorporazione sono stretti. Entro il primo trimestre, ha ricordato nei giorni scorsi lo stesso Profumo. Successivamente a questa, Antonveneta cesserà di esistere come Spa bancaria autonoma per diventare la più grande macro-area del Monte dei Paschi. La direzione generale sarà sostituita da una direzione d’area che, nelle assicurazioni date dai vertici di Mps al territorio, manterrà comunque un significativo livello di autonomia decisionale. A meno che nel frattempo il cavaliere bianco non si manifesti.

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