Scappa dopo lo scontro, arrestato il figlio dell'ex sindaco di Monselice
Alessandro Nosarti, 34 anni, l'altra sera a Monticelli aveva provocato un incidente con due feriti. E' risultato positivo all'alcol test. In manette è finito anche il suo amico di 54 anni, che si era autoaccusato

Alessandro Nosarti
MONSELICE. Porta un cognome arcinoto di Monselice, il pirata della strada che l'altra sera, intorno alle 20.30, sul rettilineo di via Rivella, ha investito una coppia di coniugi per poi fuggire nella campagna di Monticelli. Si tratta di Alessandro Nosarti, 34 anni, arrestato con l'accusa di omissione di soccorso, abbandono del luogo dell'incidente e guida in stato di ebbrezza. Arrestato anche l'amico Rinaldo Caresia, 59 anni, accusato di resistenza a pubblico ufficiale e favoreggiamento.
A bordo della Bmw 320 centrata dalla Toyota di Nosarti, c'erano la dirigente dei Servizi sociali del Comune, Barbara Biagini, che ha riportato varie contusioni giudicate guaribili in 15 giorni, e il marito Marco Donato Di Paola, 48 anni, dirigente medico all'Unità operativa complessa di pronto soccorso dell'ospedale di Monselice. Le condizioni dell'uomo sono più gravi: ne avrà per una trentina di giorni.
Nosarti è figura nota per aver lavorato nella gestione del canile di Monselice. E' ancora proprietario delle strutture, ma oggi la gestione è affidata a un'associazione, la Leudica, mentre lui gestisce ancora il servizio di accalappiacani. Ma è conosciuto anche per essere il figlio dell'ex sindaco e attuale consigliere comunale del Pdl Lorenzo Nosarti. Caresia collaborava con Nosarti nella gestione del canile.
L'incidente è avvenuto lunedì, verso le 20.30, a Monticelli, nel rettilineo verso Rivella, all'altezza dell'ex Ceod. La coppia Biagini-Di Paola viaggiava a bordo della Bmw diretta verso la statale, dal senso opposto - diretto quindi ad Arquà - sopraggiungeva la Toyota condotta da Nosarti. Che ha centrato prima frontalmente e poi sul lato di guida la 320 Touring, è andata quindi più volte in testacoda e si è fermata parzialmente nel fossato.
Grottesco quanto maldestro il tentativo di fuga messo in atto da Nosarti dopo aver provocato l'incidente. Il botto pauroso e la tremenda carambola compiuta dal suo pick-up Toyota Hilux non potevano lasciare dubbi sulla gravità dello scontro. Il trentaquattrenne era ubriaco e già due anni fa gli era stata sospesa la patente per guida in stato di ebbrezza.
Quando si rende conto di cos'ha combinato, Nosarti non ragiona più. Scende dal suo pick-up fumante e si dà alla fuga nei campi intorno a Lispida. Poi chiama con il cellulare l'amico Caresia. «Ho fatto un incidente - gli confessa - Se mi cercano, dì che ti avevo prestato la macchina e che al volante c'eri tu». Nel frattempo, sul luogo dell'incidente arrivano i soccorritori e anche una folla di curiosi. Dalla Bmw la Biagini scende con le sue gambe, mentre il marito viene estratto dalle lamiere dai vigili del fuoco. Purtroppo gli airbag non sono entrati in funzione e quindi i due sono piuttosto malconci: vengono caricati su due ambulanze del Suem e portati d'urgenza al pronto soccorso di Monselice, dove lavora Di Paola. Intanto i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Abano cominciano a indagare sulla misteriosa «sparizione».
Il Toyota giace distrutto nel fossato davanti a un'abitazione in costruzione, quasi di fronte all'ex Ceod. Il muso appare praticamente fuso, pezzi della vettura sono sparsi qua e là, la copertura posteriore è schizzata via. Dai documenti i carabinieri risalgono al nome del proprietario, lo stesso Nosarti, e si presentano quindi sotto casa sua. Sulla porta incontrano Caresia. Il quale «confessa» di esser stato lui a causare l'incidente.
Ma i militari fanno presto a metterlo alle strette: non sa nemmeno dove sia avvenuto lo scontro. Sorge una discussione, l'uomo spintona un militare e cerca di scappare. Dopo averlo fermato, i carabinieri lo conducono sul luogo dell'incidente. Quando vede la scena e si rende conto della gravità dello scontro, crolla e ammette l'accaduto, ma intanto è scattato per lui l'arresto per resistenza a pubblico ufficiale.
Solo a notte inoltrata i carabinieri riescono a rintracciare Nosarti, dopo averlo chiamato al telefono. Lo trovano che gira nei pressi di casa sua, forse c'era arrivato grazie a qualche passaggio. Capitola e confessa tutto: sottoposto ad analisi risulta ancora con una concentrazione di alcol nel sangue superiore ai limiti. Anche lui finisce in carcere.
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