Schianto con due vittime autista rischia il processo

SAN GIORGIO IN BOSCO. È il 13 settembre 2017, piena notte. Strada illuminata. Aria tersa e asfalto perfetto. Sembra una notte come tante. Ma non lo è. Alle 2 e 2 minuti s’incrociano i destini di tre perfetti sconosciuti lungo la Statale Valsugana nel centro di San Giorgio in Bosco. Sarà morte e dolore. È scontro frontale tra un furgone carico di galline, rinchiuse dentro piccoli box, e la Renault Twingo con a bordo tre ragazzi vicentini. Due di loro moriranno: Chiara Maschio, 21 anni, alla guida, originaria di Bassano del Grappa, e l’amico Filippo Miotti, 23 di Marostica. Chiusa l’inchiesta, il pm padovano Benedetto Roberti ha sollecitato il processo per il conducente del furgone Mauro Stocco, 43 anni di San Martino di Lupari (difensori gli avvocati Pierfrancesco Zen e Otello Bigolin). L’accusa è di aver concorso nel reato di omicidio stradale perché, superando il limite di velocità dei 50 chilometri orari e viaggiando a 70, ha impattato l’auto che procedeva in senso opposto. Ma è un concorso di colpa, non una piena responsabilità anche secondo il pm Roberti che ha svolto e concluso l’indagine. Certo è che, al via libera del semaforo con il verde, l’autista avrebbe superato il limite di velocità appena oltrepassato l’incrocio. Tuttavia, al volante della sua Twingo, la giovane Chiara Maschio avrebbe viaggiato a 60 chilometri all’ora in stato di alterazione alcolica. Il test alcolimetrico, eseguito sul corpo della vittima, ha rilevato un tasso di 2,3 grammi di alcol per contro un limite di 0.50. Ecco la ricostruzione emersa dall’indagine: poco prima della collisione la ragazza avrebbe invaso l’opposta corsia. A 3 secondi dall’impatto, si sarebbe resa conto del pericolo e avrebbe virato, rientrando a destra. Troppo tardi: non sarebbe riuscita a evitare il contatto tra la parte anteriore sinistra della Twingo e l’autocarro, di poco spostato verso il centro della strada. L’autista avrebbe inutilmente frenato ma la macchina si è accartocciata imprigionando gli occupanti nel groviglio di lamiere. Morte istantanea per Chiara, Filippo ha resistito pochi minuti; si è salvato, seppur ferito gravemente, l’amico Tommaso Chiurato, seduto dietro.
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