Scontri a Udine, feriti sei agenti padovani
I sei agenti del reparto mobile di Padova sono stati feriti durante gli scontri con i manifestanti prima della partita Italia-Israele, disputata a Udine

Quindici manifestanti fermati e sei agenti del reparto mobile di Padova feriti. È questo il bilancio degli scontri avvenuti ieri sera, 14 ottobre, a Udine durante la partita Italia-Israele, quando una manifestazione pro Palestina è degenerata in violenti tafferugli con le forze dell'ordine.
«È l'ennesima prova di come dietro certe bandiere della pace si nascondano solo odio, violenza e un disprezzo profondo verso chi ogni giorno garantisce la libertà di manifestare e la sicurezza dei cittadini», dichiara Luca Capalbo, segretario provinciale Fsp Polizia di Stato di Padova.
La tensione è esplosa quando alcuni manifestanti hanno iniziato a lanciare oggetti contro le forze dell'ordine, trasformando quello che doveva essere un corteo pacifico in un confronto violento con la polizia. «Non si può più tacere: questi sedicenti difensori dei diritti, che sfilano con slogan contro la violenza, sono gli stessi che scagliano pietre, bottiglie e transenne contro poliziotti e carabinieri», continua Capalbo. «Gente che ha perso ogni contatto con la realtà e che, paradossalmente, alimenta proprio quella spirale di odio che finge di voler combattere».
Il rappresentante sindacale della polizia ha voluto anche ricordare i tre carabinieri morti a Castel d'Azzano: «Mentre loro morivano per dovere, altri "manifestavano" sputando addosso alle divise. È questo il Paese che vogliamo? Un Paese che piange i suoi servitori solo quando sono a terra, ma tace quando vengono insultati e feriti?».
Le autorità locali stanno ora valutando i danni e analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza per identificare altri responsabili degli scontri, mentre la città cerca di voltare pagina dopo una giornata di tensione che ha lasciato il segno. «Come Fsp diciamo basta a questa ipocrisia», conclude Capalbo. «Basta ai falsi pacifisti che portano il caos nelle piazze e poi pretendono comprensione. La libertà non è un privilegio dei violenti, e la pace non si costruisce con l'odio verso le divise».
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