Scontro tra ambulanti in Prato della Valle «È concorrenza sleale»

È scontro al mercato settimanale di Prato della Valle, il più grande del Veneto con i suoi 152 banchi, tra venditori “storici” di scarpe ed ambulanti pakistani che, nella stessa bancarella, vendono di tutto, calzature comprese.
Un gruppo di commercianti si è rivolto addirittura ad uno studio di avvocati pur di far valere i propri diritti. «Siamo davanti ad una concorrenza sleale che deve terminare quanto prima possibile» sottolinea un ambulante, residente a Legnaro. «Noi storici possiamo vendere solo ed esclusivamente scarpe, mentre i pakistani possono commercializzare di tutto. Non è più possibile andare avanti con queste condizioni selvagge. E poi mi spiegate come fanno gli asiatici a vendere le calzature, alcune addirittura griffate, a 5-6 euro a paia? C’è qualcosa che non va. Servono controlli accurati da parte dei vigili ogni sabato. Altrimenti ci mobiliteremo a tutti i livell, anche al di fuori delle associazioni competenti, Anva e Fiva».
Immediata la risposta dell’assessore al Commercio Antonio Bressa. «Domani (oggi, ndr) me ne occuperò personalmente anche perché non è la prima volta che questo problema di concorrenza tra italiani e pakistani viene fuori. Ad occhio e croce mi pare che gli ambulanti italiani di scarpe abbiano ragione perché ogni banco è abilitato a vendere una sola categoria di merce. Ma, prima di dare una risposta definitiva, è fondamentale verificare la questione con i tecnici del settore. Intanto sabato prossimo i vigili del commercio andranno ad effettuare dei sopralluoghi sul posto».
Intanto non sono pochi i commercianti che danno un giudizio totalmente negativo di come, negli ultimi anni, sia cambiato il volto del mercato. Ancora prima, per altro, che sulle bancarelle e sulle loro attività si abbattesse il ciclone Covid-19. «Ormai sono sempre più numerosi gli stranieri che sono titolari dei banchi» dice James Babolin, gestore di un gazebo dove si vendono profumi. «Nessun problema per la nazionalità, ma la qualità della merce in vendita ne ha risentito. Sono cambiati anche gli acquirenti. Il 50% è formato da immigrati. Il mercato di una volta, che era il più ricco del Veneto, non c’è più e, probabilmente, non tornerà più». —
felice paduano
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