Scritte razziste alla Zilmet, trovato l’autore

L’azienda di Limena, che Cgil e Anpi avevano accusato di immobilismo, si è prodigata nelle indagini in supporto alla Digos. Nei guai un dipendente

Elena Livieri

Scritte dal chiaro contenuto razzista e fascista nei bagni dell’azienda. Che ha individuato il responsabile, subito destinatario di una formale contestazione alla quale dovrà rispondere del suo operato, rischiando un provvedimento disciplinare. Succede alla Zilmet di Limena. Un primo episodio risale allo scorso febbraio, l’ultimo - che ha provocato una dura presa di posizione da parte della Cgil e dell’Anpi - lo scorso 6 giugno.

A morte gli stranieri” una delle scritte vergate con un pennarello blu sulla parete piastrellata di un bagno della sede di via Colpo. Poi la firma “Comitato Forza nuova” e qualche svastica sghemba intorno.

Venuti a sapere di queste scritte, Cgil e Anpi si sono scagliati contro la stessa Zilmet, accusandola di non aver fatto nulla nel precedente episodio di febbraio. In silenzio e rispettando le procedure del caso, l’azienda si stava invece muovendo per risalire al responsabile. Un’impresa non facile dato che si tratta di uno stabilimento dove lavorano 300 persone.

«Per l’episodio di febbraio» interviene il responsabile della sicurezza della Zilmet, l’architetto Gianluigi Degan, «non avevamo indizi su cui fondare dei sospetti ma non abbiamo affatto snobbato la cosa, anzi».

Poi è arrivata la seconda serie di scritte: «Vista l’eco che ha avuto nei media la cosa, denunciata dal sindacato e dall’Anpi, è venuta in azienda anche la Digos per le indagini. Noi nel frattempo avevamo stretto il cerchio intorno a un paio di sospetti, la polizia ha quindi chiuso arrivando al colpevole. Un dipendente italiano, qui da noi da molti anni» sottolinea Degan, «che ha confessato sia l’episodio di giugno che quello di febbraio».

E il tutto non passerà in cavalleria: «Abbiamo fatto una formale contestazione e ora il dipendente dovrà giustificare il suo operato, così prevede la procedura. A quel punto l’azienda, in base alle norme contrattuali, disporrà il provvedimento disciplinare che riterrà adeguato» assicura il responsabile della sicurezza.

La vicenda, che ha creato disappunto dentro e fuori la Zilmet, si chiude anche con la “pace” fra la stessa azienda, la Cgil e l’Anpi: «Le stesse associazioni che hanno dato origine a un eccessivo e prevenuto accanimento nei confronti di Zilmet riconoscono l’efficace e tempestivo lavoro dell’azienda che ha portato a mettere una volta per tutte la parole fine a simili episodi» si legge nel comunicato congiunti firmato da Zilmet, Cgil e Anpi.

«Avuti i necessari chiarimenti» chiudono sindacato e associazione partigiani, «ritiriamo ogni tipo di accusa diretta e indiretta nei confronti della società, essa stessa vittima di questi sgradevoli episodi».

Unanime, infine, la condanna a ogni forma di razzismo e l’impegno a garantire negli ambienti lavorativi un clima di massimo rispetto tra tutti.

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