«Sei la prostituta dei preti»: minacce all’ex amante di don Contin

Padova, un foglio lasciato sul parabrezza dell’auto parcheggiata vicino alla canonica al tempo della relazione con il parroco
FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - MESSA A SAN LAZZARO
FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - MESSA A SAN LAZZARO

«Sei la puttana dei preti»: l’offesa, pesante come un pugno allo stomaco, era scritta a mano in stampatello su un ordinario foglio di un bloc-notes, formato A4, lasciato sul parabrezza della macchina parcheggiata vicino alla canonica di San Lazzaro. Un foglio mai gettato via e allegato alla denuncia presentata ai carabinieri dalla 49enne ex amante di don Andrea Contin, l’ex parroco indagato per violenza privata e favoreggiamento della prostituzione, ora ospite a Trento nel convento della Congregazione di Gesù Sacerdote gestita dai padri Venturini.

Padova, tutte le donne di don Contin

Messaggio di minaccia. Quella frase, volgare e minacciosa, era diretta a lei, l’impiegata che dal 2011 al 2015 è stata legata al prete. Come tante altre donne. Chi l’ha scritta? Chi ha lasciato quel foglio sopra la sua auto? Se fosse vero – l’unica prova è il pezzo di carta anonimo – è evidente che nella parrocchia di San Lazzaro qualcuno (o più di qualcuno) sapeva della doppia vita di Don Andrea e delle sue frequentazioni femminili. E ne era infastidito. Oppure – altra ipotesi – l’autrice potrebbe essere qualche altra donna di quell’harem troppo affollato, gelosa di una “collega” preferita dal prete?

Un altro viaggio. Intanto spunta un altro viaggio al mare di don Andrea dalle carte dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Roberto Piccione e affidata ai carabinieri guidati dal maresciallo Alberto Di Cunzolo. Non solo Costa Azzurra: in più di un’occasione il sacerdote si era recato in Croazia, sempre accompagnato dalla 49enne. Con lei era già stato al Palio di Siena, spendendo mille per un palco in occasione di un fine settimana in Toscana e nel sud della Francia, a Cap d’Agde, il villaggio per scambisti, feticisti e amanti del sesso estremo e di gruppo.

Analizzati i filmini. Lunedì appuntamento in procura al quarto piano del Palazzo di Giustizia: il pm Piccione affiderà una consulenza tecnica all’ingegnere padovano Nicola Chemello. Il tecnico dovrà analizzare i video sequestrati nella parrocchia (si presume i filmini pornografici di cui sarebbero protagoniste le donne del prete riprese pure durante orge) e tutto ciò che è stato trovato nella “sala dei giochi” e nello studio della canonica: pc, chiavette usb, uno smarthone compresa la scheda sim e un altro telefonino senza scheda oltre alla telecamera utilizzata sempre dall’ex parroco.

Si tratta di un esame irripetibile nel senso che, una volta manipolate, quelle “prove” risulteranno contaminate. Ecco perché, come prevedono le norme, l’indagato (tutelato dal penalista Michele Godina) potrà partecipare all’esame tramite un consulente di fiducia.

L’inchiesta. La Guardia di Finanza sta svolgendo gli accertamenti sui conti, il danaro movimentato da don Andrea che, a quanto sembra, aveva disponibilità di contante, nonostante lo stipendio di un parroco sia piuttosto contenuto. Nel frattempo continua la sfilata di persone informate sui fatti davanti ai carabinieri, per la maggior parte donne che frequentavano la parrocchia individuate grazie all’agendina di don Andrea e ai messaggi scambiati dal “don” via whatsapp e sms.

Ben sette fra loro avrebbero ammesso rapporti sessuali con il sacerdote che coltivava più relazioni contemporaneamente. E che – secondo l’ipotesi investigativa – avrebbe offerto le sue donne ad altri partner per soldi. Di sicuro la 49enne, minacciata dall’ex parroco di fronte alla decisione di chiudere quella storia.

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