Selvazzano, divieto di caccia in via Bressan. Salve le volpi nell’ex discarica

SELVAZZANO. Il sindaco di Selvazzano Dentro Giovanna Rossi sta predisponendo, in accordo con la prefettura di Padova, un’ordinanza di divieto di caccia nell’area della ex discarica di via Bressan, dietro il canile sanitario dell’Usl 16, tra Selvazzano e Caselle. Un provvedimento analogo era stato emesso nel 2016 dall’allora sindaco Enoch Soranzo. Erano state accolte le proteste di residenti e ambientalisti temondo che le doppiette facessero fuori le famigliole di volpi che vivono nel boschetto formatosi con l’andar degli anni sopra la discarica. Creando un habitat ideale non solo per le volpi ma anche per altre varietà di animali e di uccelli.
IL SINDACO
«Appena ci sono giunte le prime segnalazioni della presenza di cacciatori in quell’area, ci siamo attivati per garantire la sicurezza dei residenti e preservare le specie di fauna selvatica che hanno trovato rifugio in quell’oasi di verde nella campagna del nostro territorio», afferma Rossi. «Stiamo valutando di tabellare la zona affinché non ci sia il pretesto da parte dei cacciatori che il divieto non è ben segnalato. Anche se esiste una legge nazionale che vieta la caccia nelle vicinanze delle abitazioni e chi è cacciatore lo dovrebbe sapere».
GLI ECOLOGISTI
Per ottenere il divieto di caccia nella zona del boschetto di via Bressan, si erano mossi nei giorni scorsi gli ecologisti del Gruppo d’Intervento Giuridico che avevano raccolto la segnalazione di alcuni residenti. L’associazione aveva coinvolto, oltre al Comune, i Carabinieri forestali e il Prefetto di Padova, chiedendo un’ordinanza sindacale urgente e con tingibile di divieto di attività venatoria. «Ci sono cacciatori che si recano proprio in quel boschetto per cercare di far fuori i pochi esemplari di volpe nonostante le continue rimostranze dei residenti», avevano evidenziato nell’istanza presentata gli ecologisti.
SELVAZZANO CIVICA
A supporto della richiesta degli ecologisti si era mosso anche il capogruppo di Selvazzano Civica, Vincenzo Vozza. «Ci preoccupa che con l’attività venatoria in quell’area vengano messe in pericolo l’incolumità dei residenti, ma anche la fauna selvatica locale», afferma il consigliere. «le volpi mantengono l’equilibrio naturale delle nutrie che da quelle parti sono numerose. Vogliamo evitare che episodi di bracconaggio, esercizio venatorio spregiudicato e incontrollato, possano essere la causa diretta di gravi danni agli animali selvatici e all’uomo».
IL SIT-IN
Il problema non è nuovo. Per impedire ai cacciatori di avvicinarsi al boschetto, nel 2016 si battè come un leone Cristiano Boesso, un residente deceduto un paio d’anni fa, che promosse una raccolta firme per fermare le doppiette a cui hanno aderito 563 persone. Boesso promosse anche sit-in di protesta con l’Enpa.––
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