Selvazzano, pini a rischio Basta il vento a spezzarli

A ogni pioggia cadono sempre più rami, i tombini intasati dagli aghi non scaricano Esperto incaricato dal Comune per una perizia su tutti gli alberi di via Scapacchiò
Di Gianni Biasetto

SELVAZZANO DENTRO. «Alcuni dei pini marittimi di via Scapacchiò, in centro a Selvazzano, sono a rischio schianto. Presto faremo fare una perizia ad un esperto forestale sullo stato di salute delle piante e poi decideremo cosa fare. I rami sono molto fragili: una conferma l’abbiamo avuta due giorni fa quand’è bastato un colpo di vento per spezzarne un paio. Uno davanti alle Poste e un altro vicino a Villa Cesarotti. Per fortuna non sono caduti sulle auto». Il consigliere delegato all’Ambiente del Comune di Selvazzano, Giorgio Zoppello, vuole prendere provvedimenti prima che accada il peggio. Anche perché la pericolosità di una parte di quei circa cento pini e i continui disagi che creano nelle proprietà private sono stati denunciati circa un anno fa dai residenti della via, con una petizione lanciata da un esercente e consegnata al sindaco. La reazione degli ambientalisti a quella richiesta di sostituzione delle piante resinose con essenze autoctone è stata immediata. Con un sit-in organizzato in via Scapacchiò gli ambientalisti hanno chiesto che non venga messo in atto un vero e proprio scempio ma che si proceda alla manutenzione e alla messa in sicurezza degli esemplari più pericolosi. «Per fortuna in autunno abbiamo tagliato buona parte della chioma, altrimenti con il vento dell’altro giorno alcuni pini sarebbero crollati» aggiunge Zoppello «C’è poi il problema delle radici e degli aghi. Lo scorso anno abbiamo rifatto il manto d’asfalto di via Scapacchiò e sostituito molte caditoie orizzontali con quelle verticali per evitare che gli aghi finissero per intasare la rete fognaria. Purtroppo in alcune zone l’asfalto presenta già degli avvallamenti. Il problema non è di facile soluzione perché non riguarda solo via Scapacchiò. Siamo a favore degli alberi e del verde, ci mancherebbe. Anche se da parte di chi ci ha preceduto piantare i pini marittimi in un territorio come il nostro è stato un grossolano errore».

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