Selvazzano, tutti contro la preside: tre scuole in sciopero

SELVAZZANO. Confermato lo sciopero, per tutta la giornata di giovedì prossimo, indetto da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Cobas all’Istituto comprensivo statale Selvazzano 1, guidato dalla preside Maria Grazia Bollettin.
Tre le motivazioni della pesante protesta sindacale, elencate in un comunicato distribuito ieri mattina dalle organizzazioni sindacali, che coinvolgerà i tre plessi che fanno parte dell’Ic Selvazzano 1, ovvero le due scuole medie Albinoni e Benedetto Marcello e l’elementare Don Angelo Bertolin.
Prima motivazione. Lo sciopero del 15 marzo è stato proclamato a causa dell’improrogabile necessità d’intervento su una vicenda che non era più gestibile all’interno delle normali relazioni sindacali.
Seconda motivazione. L’eventuale revoca della mobilitazione sarebbe dovuta avvenire solo di fronte ad una convocazione a Venezia dei sindacati da parte della direttrice regionale delle scuole, Daniela Beltrame.
Infine, «le scelte personali della dirigente scolastica Maria Grazia Bollettin non sono oggetto del conflitto attivato da Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Cobas» (rappresentanti dai rispettivi segretari Antonio Pantano, Stefania Botton, Loris Bortolazzi, Rocco Italiano, Renata Mosca e Maurizio Peggion.
Questo perché i sindacati, che hanno proclamato lo sciopero, avrebbero voluto che la preside Maria Grazia Bollettin avesse lasciato l’Ic Selvazzano 1 entro il 28 febbraio, mentre, come è stato accertato sia all’Inps che all’Ufficio scolastico regionale, la preside andrà in pensione, dopo 41 anni e 10 mesi, il 9 giugno prossimo. In pratica solo alla fine dell’anno scolastico.
In tal caso, dopo il pensionamento della dirigente, sarà necessario nominare un commissario, che dovrà provvedere sia all’effettuazione degli scrutini finali e sia a tutti gli altri amministrativi sino al 31 agosto, giorno in cui, termina, giurdicamente, l’anno scolastico 2017-18.
Nel frattempo la preside, giovedì scorso, ha inviato una circolare ai docenti ed al personale Ata dei tre plessi, in cui chiede ai lavoratori di mettere per iscritto l’eventuale adesione allo sciopero di dopodomani.
«La dirigente può benissimo effettuare tale richiesta, ma non può assolutamente pretendere la risposta per iscritto perché violerebbe il diritto di sciopero dei lavoratori, sancito dalla Costituzione», osserva Renata Mosca, segretaria della Gilda.
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