Sepolto a 31 anni dopo 2 di calvario
Campodarsego. Nonostante la malattia, fino all'ultimo ha consolato i familiari

PAOLO PONTICELLO. Aveva 31 anni e una simpatia irresistibile
CAMPODARSEGO.
E' morto serenamente, come serenamente aveva accettato la malattia. Paolo Ponticello ha chiuso gli occhi per sempre lunedì pomeriggio all'ospedale di Camposampiero: accanto a lui la mamma Maria Letizia, il papà Lanfranco, la sorella Eva, la fidanzata.
Paolo aveva 31 anni, una famiglia che l'amava, un'attività ben avviata e tantissimi amici. «Si era ammalato due anni fa di tumore - racconta Eva Ponticello - La sua forza, la sua volontà lo hanno portato a resistere tutto questo tempo. Lui doveva lottare, non mollare mai. Ha combattuto fino alla fine dando forza a noi. Per mesi si è sottoposto alle terapie, accettandole con amore: era la volontà di Dio e l'ha accettata». La malattia di Paolo ha comunque fatto il miracolo di avvicinare i Ponticello alla Madonna di Medjugorje. La fede è cresciuta giorno dopo giorno e che ha portato la famiglia nella località croata per due volte in un anno. «Ci siamo recati a Medjugorje a Pasqua dell'anno scorso e a marzo di quest'anno - racconta Eva - Paolo era felice, lo sosteneva la sua fede». Quando parlava del momento del distacco, che sarebbe inevitabilmente giunto, non si abbatteva ma cercava di rassicurare i suoi con battute scherzose. Ricordando un cugino mancato due anni fa diceva: «Vado a star bene, vado a trovare mio cugino e insieme giocheremo a calcio». Il calcio era la sua passione. «Paolo aveva giocato fino al 2005 nel Virtus Villanova nel ruolo di difensore - ricorda la sorella - Poi avevamo aperto una pizzeria d'asporto a Onara, la 360 gradi, e aveva dovuto lasciare. Spesso si dedicava al calcetto, meno impegnativo». Dopo la pizzeria Paolo, in società con la fidanzata, aveva aperto a Padova il bar «In due cafè». Le sue condizioni sono precipitate il giorno di Pasqua, quando è stato necessario ricoverarlo. «L'ultima settimana l'ha passata a Camposampiero, dove aveva fatto innamorare l'intero reparto Medicina. Vogliamo ringraziarli tutti, dai medici al personale infermieristico, per il bene che gli hanno voluto». Nella sofferenza Paolo è stato dignitoso e allegro. «Ci diceva: la cosa principale è la dignità, ragazzi. E ci ha presi in giro fino alle fine, abbiamo scherzato e riso fin quando si è addormentato per sempre con il sorriso - conclude Eva - Era un ragazzo fantastico, è stato un onore essere sua sorella». Il funerale si celebra oggi alle 16 a Fiumicello. Per volontà di Paolo non fiori: la famiglia si mette a disposizione per raccogliere offerte da destinare all'orfanotrofio di suor Cornelia a Medjugorje.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video