Sequestrata la sede degli Hells Angels

La passione per le armi l’ha sempre avuta, adesso però la polizia è riuscita a dimostrare anche la sua propensione per la droga. «Arriverai a un punto in cui dovrai scegliere tra me e la cocaina», scriveva la fidanzata ad Andrea Caon, 39 anni, anima dello storico gruppo di bikers denominati Hells Angels. Purtroppo per lui, la polizia è arrivata prima. Gli uomini della squadra mobile di Marco Calì hanno arrestato tre persone ma soprattutto sono riusciti a dimostrare come all’interno della sede di via Bernina 18 la droga fosse una consuetudine.
Gli arrestati
In manette sono finiti: Andrea Caon, 39 anni, soprannominato “James”, considerato il “sergent at arms” (una sorta di graduato) del gruppo di bikers, domiciliato nella sede di via Bernina 18; Alessandro Forno, 41 anni, ex postino, residente a Camisano Vicentino; Ilir Pllumi, 40 anni, albanese, operaio, anch’egli residente a Camisano Vicentino.
L’indagine
Tutto è cominciato con la guerra nata lo scorso mese di gennaio a Verona tra i Bandit e gli Hells Angels, con il giubbotto di uno dei bikers padovani rubato dai rivali veronesi. Nel loro mondo è lo sfregio più grave che si possa immaginare: un gesto che può essere lavato solo con il sangue. Ed è quello che ha riferito più volte al telefono Andrea Caon, come emerge dalle intercettazioni telefoniche della Mobile. Lo scorso mese di maggio gli investigatori hanno deciso di intervenire per evitare che il motociclista passasse dalle parole ai fatti. Hanno perquisito la sede di via Bernina, dove abita, e hanno trovato una pistola Beretta calibro 7.65, otto cartucce e un caricatore mentre in un calzino sono state trovate altre cartucce calibro 32. In una valigia c’erano anche alcuni coltelli mentre in un cassetto erano nascoste piccole dosi di marijuana, cocaina, un bilancino e 600 euro in contanti. Cercavano armi ma hanno trovato anche droga. Ed è in quel momento che ha preso avvio l’indagine coordinata dal pm Giorgio Falcone e culminata nei tre arresti e nel sequestro preventivo disposto dal gip Cristina Cavaggion. Provvedimento notificato anche al presidente del club, Carlo Bonci.
L’organizzazione
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della questura Ilir Pllumi procurava la droga e la vendeva ad Alessandro Forno, denominato “il postino” per via del suo vecchio lavoro. Quest’ultimo era molto amico di Andrea Caon e spesso prendeva parte alle feste dei bikers organizzate in via Bernina. Decine di persone interrogate hanno confermato che lì venivano organizzati festini a base di droga, prevalentemente cocaina. A quel punto sono scattate le misure cautelari a carico dei tre ma soprattutto si è deciso di mettere i sigilli alla sede degli Hells Angels.
Le intercettazioni
Nel corso delle intercettazioni emerge anche un’altra realtà sconcertante: Andrea Caon cedeva la droga anche al figlio. In più occasioni sono state accertate cessioni di dosi di hashish. Poi c’erano le feste in via Bernina, occasioni speciali in cui ordinare “caramelle” oppure “bibite”. Nel corso di una telefonata una ragazza riferisce sempre a Caon che porterà via anche il «gioco da tavolo, quello della valigetta argentata». Le indagini mostrano una lunga serie di contatti con Alessandro Forno che tenta ripetutamente di fissare un appuntamento con il suo amico biker, forse per ritirare una somma di denaro o forse per vendere una partita di droga. « Eh ascolta un attimo, devo venire giù?» gli dice Forno che poi specifica: «Sennò vengo, casomai vengo con... con il mio datore di lavoro...» riferendosi all’albanese. L’incontro alla fine viene fissato e i tre si ritrovano la sera stessa.
@enricoferro1
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