Sequestrato il video dello chef contro Sushi Su

Simone Rugiati indagato per diffamazione dopo l’attacco al ristorante accusato di vendere pesce in scatola : stop al filmato virale
Simone Rugiati durante il video-invettiva
Simone Rugiati durante il video-invettiva

PADOVA. Lui, Simone Rugiati, lo chef-tivù che ama gli attacchi in rete, è finito sotto inchiesta per diffamazione; mentre è stato sequestrato per ordine del gip Mariella Fino il video che il cuoco aveva diffuso via Facebook, accusando i gestori del ristorante “Sushi su” (il locale sopra la pizzeria Stecca) di servire pesce in scatola anziché fresco.

Lo chef Rugiati attacca ristorante di Padova: "Qui ti intossicano"

Insomma, se grazie al Social avrà anche ottenuto migliaia di “mi piace”, altrettanti condivisioni e commenti, ora il 36enne cuoco toscano si ritrova protagonista di un’inchiesta innescata dalla querela presentata dal penalista Massimo Munari. Per conto di chi? Massimo Liggieri e Michela Stecca, i titolari della società Pizzeria Stecca snc che è proprietaria del ristorante. L’avvocato Munari aveva pure sollecitato il sequestro preventivo del video diventato in poche ore virale, (la pagina Facebook di Rugiati è seguita da quasi 500 mila persone).

Video nel quale Rugiati aveva raccontato di aver avvisato il cameriere di “Sushi su” della sua intolleranza al liquido di conservazione del granchio. E di esserselo ritrovato ugualmente nel piatto con l’astice. «Se questa è la ristorazione italiana, mi vergogno di fare lo chef» aveva gridato. E ancora: «La gente è matta, ci manda all’ospedale» con riferimento al noto ristorante che ha subito difeso il proprio operato. Con le parole («Nel mio ristorante il sushi è preparato con pesce fresco. Quello era un astice fresco, peccato che non l’abbia assaggiato» aveva rimbeccato Liggieri) e con i fatti (la denuncia).

L'avvocato Massimo Munari
L'avvocato Massimo Munari

Così il pm Baccaglini ha aperto un’inchiesta non limitandosi a indagare Rugiati, ma facendo propria l’istanza di sequestro chiesta dal legale e concessa dal giudice.

Secondo quest’ultimo, le parole di Rugiati non sarebbero giustificabili con il diritto di critica in quanto «affermazioni denigratorie riguardanti la qualità del cibo e il pericolo di intossicazione». Per giunta sarebbero «false: Rugiati avrebbe affermato di non aver assaggiato il piatto... Risulta agli atti documentazione inerente l’acquisto di pescato fresco...». Ecco perché il sequestro: «C’è l’urgenza di oscurare il filmato per evitare il protrarsi del reato».


 

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