Servizio mancato, rabbia e proteste
VILLAFRANCA PADOVANA. Non è colpa dei medici di base se non è stata avviata a Villafranca la medicina di gruppo: a sostenerlo sono appunto tutti gli otto medici di famiglia di Villafranca e Campodoro, i quali sin dal 2014 avevano dato la loro disponibilità a sviluppare la medicina di gruppo nella struttura delle suore Elisabettine chiamata Casa Maran.
I medici si erano incontrati più volte fra loro per concordare le modalità operative e avevano visto gli spazi che la direzione di Casa Maran aveva restaurato ad hoc nel settembre del 2014: tre studi dedicati al personale medico e infermieristico in aggiunta a una sala di attesa e servizi.
Dato che in Regione Veneto era stato firmato il contratto di esercizio che finalmente regolamentava e finanziava le strutture di medicina di gruppo integrata, nel maggio 2015 i medici hanno sollecitato la direzione generale dell'Usl 15 a concretizzare il progetto che tardava a realizzarsi e il 21 ottobre il referente dei medici di famiglia Giulio Galeota aveva inviato all'Usl il planning settimanale degli orari di presenza del personale medico, infermieristico e di segreteria. A dicembre il direttore dell'Usl 15 si era dichiarato disponibile a trovare una soluzione entro breve, ma nel frattempo, siccome Casa Maran aveva destinato i locali ad altre funzioni, la proposta di medicina di gruppo non è stata presentata in Regione.
«Presenteremo un'interrogazione» annuncia il consigliere comunale Roberto Muraro (Villafranca che vorrei), «perché ci risulta che Casa Maran abbia sollecitato al sindaco Luciano Salvò la presentazione del progetto ufficiale dell'adattamento dei locali ad ambulatori, ma, non avendolo ricevuto, ha deciso di utilizzarli per propri usi amministrativi».
Cristina Salvato
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