Sesa: «Raccolta dei rifiuti a rischio in venti comuni»

Lettera al Prefetto: avanziamo 15 milioni da Padova Tre, non andiamo più avanti L’esposizione corrisponde a un anno di lavoro e minaccia la tenuta dei conti
Di Elena Livieri
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - RACCOLTA RIFIUTI PORTA A PORTA.
BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - RACCOLTA RIFIUTI PORTA A PORTA.

ESTE. Due mesi, non di più. Tanto può continuare Sesa spa a garantire il servizio di raccolta dei rifiuti nei venti Comuni dell’ambito Padova Sud dove opera. Il motivo sta tutto nei quasi 15 milioni di euro che la società controllata al 51% dal Comune di Este avanza da Padova Tre srl, la multiutility controllata dal Consorzio Padova Sud nell’occhio del ciclone per un buco di oltre 30 milioni di euro.

I vertici di Sesa - il presidente Natalino Furlan e il vice presidente Angelo Mandato - hanno già pronta per la spedizione la lettera indirizzata al Prefetto di Padova, nella quale lo informano della grave situazione che si è venuta a creare con Padova Tre, con cui opera in associazione temporanea d’impresa. Situazione che se non sarà presto risolta, costringerà Sesa a interrompere il servizio di raccolta dei rifiuti. A rischio di rimanere con l’immondizia per strada sono venti Comuni, tra cui la stessa Este, Montagnana, Conselve, Piove di Sacco, Battaglia Terme e Due Carrare. Venti Comuni dei 50 che fanno parte della concessione gestita da Padova Tre, Sesa, De Vizia Transfer e Abaco, ma che da soli rappresentano il 50 per cento delle utenze totali.

Il servizio nei venti Comuni del Padova Sud dovrebbe assicurare a Sesa ricavi annui per 15 milioni di euro (metà del valore della concessione che scadrà nel 2025), su un totale di 90 milioni a cui ammonta l’attività della società estense. Padova Tre - che incassa i soldi dei cittadini che pagano la tassa sui rifiuti - dovrebbe pagare le fatture di Sesa a 120 giorni, ma già da tre anni i pagamenti non arrivano prima di sei mesi. E con il passare del tempo l’esposizione è andata aumentando sempre più, mettendo ora in difficoltà l’azienda.

«La cosa assurda è che i cittadini hanno pagato per il servizio» commentano da Sesa, «ma i loro soldi non sono andati a chi lo ha effettivamente svolto. Sono finiti in Padova Tre e lì si sono persi, evidentemente. In queste condizioni non possiamo continuare ad andare avanti per molto ancora». Da questa considerazione la necessità di scrivere al Prefetto per annunciare la possibile interruzione del servizio che rischia di creare non pochi problemi a Comuni e cittadini.

E all’orizzonte una soluzione difficile da trovare, dal momento che per il 2017 Padova Tre non ha ancora emesso una sola bolletta dei rifiuti a carico dei cittadini e non ci sono quindi prospettive di incassi nel breve periodo. Dopo aver chiuso il bilancio con due milioni di rosso, il nuovo cda di Padova Tre ha infatti chiesto il concordato al Tribunale e 39 dei 50 dipendenti amministrativi sono in cassa integrazione e con la prospettiva della mobilità.

Ma il rigore nella gestione della società è cosa recente e porta la firma del nuovo management insediatosi solo lo scorso agosto e guidato da Luca Mariotto. I tagli nelle spese “pazze” di Padova Tre operati negli ultimi mesi hanno permesso di abbassare il costo della società da 11 a 6 milioni di euro. Telefoni e auto aziendali, super stipendi, regali e avventurose partecipazioni in attività esterne hanno subìto una sforbiciata senza precedenti. Resta da capire se non sia ormai troppo tardi per tornare in carreggiata e soprattutto per saldare i debiti con i fornitori.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova