Sesso estremo in rete poi l’overdose fatale

La procura affida un doppio incarico medico-legale per fare luce sulla morte di una commessa trentenne. Indagato per omissione di soccorso il convivente
Di Cristina Genesin

Forse non era stata soltanto una notte da sballo a base di cocaina. Una notte, quella tra il 2 e il 3 giugno scorsi, che è costata la vita a una trentenne commessa padovana trovata morta l’indomani dal compagno con il quale conviveva da cinque anni. In mano agli investigatori ci sono alcuni filmati dal contenuto “forte”. Protagonisti i due fidanzati, impegnati in pratiche di sesso estremo: lui, il carnefice, lei la vittima (evidentemente) consenziente. Filmati messi in rete dalla coppia e acquisiti dagli inquirenti.

C’entrano qualcosa quelle pratiche sadomaso e di sesso violento con la tragica fine della ragazza? Forse durante uno di quegli incontri particolari la giovane, provata dall’assunzione di cocaina e alcolici, ha avuto un malore che le è stato fatale?

È per chiarire ogni dettaglio degli ultimi istanti di vita della trentenne che il pm Sergio Dini, titolare dell’inchiesta, affiderà oggi un doppio incarico medico-legale ai professori Giampiero Giron e Massimo Montisci dell’Università di Padova. È certo che a uccidere la donna è stata un’overdose mista ad alcol, cocktail che si è rivelato mortale. Di fronte al complesso scenario che si sono trovati davanti gli investigatori, però, è apparso necessario andare oltre perché non tutti i tasselli quadrano. Il corpo della ragazza è risultato massacrato da lesioni profonde, anche nelle parti intime. Lesioni provocate da bondage (pratiche sessuali basate su costrizioni fisiche) e da atti di sesso violento messi a segno con strumenti o attrezzi vari. Pratiche che, al di là delle valutazioni etiche diverse per ciascun individuo, sono lecite nell’ambito di un rapporto fra adulti consenzienti. Tuttavia se ci scappa il morto, è chiaro che il problema travalica la sfera “privata” e può diventare (o meno) un fatto penalmente rilevante. Al momento il compagno della ragazza (che ha nominato come consulente di parte il dottor Claudio Rago dell’Istituto di medicina legale) è indagato per omissione di soccorso: l’uomo, 33 anni, aveva allertato l’ambulanza nel primo pomeriggio di domenica 3 giugno quando una collega della fidanzata - commessa in un negozio di un noto centro commerciale padovano - aveva suonato il campanello dell’appartamento occupato dalla coppia. Quella mattina la giovane avrebbe dovuto aprire il negozio di cui era dipendente, ma non era presentata al lavoro. Dopo aver aperto la porta di casa, il trentatreenne si era recato in salotto e aveva trovato la compagna sul divano. Morta. Sul posto erano intervenuti i carabinieri, poi il magistrato in seguito al ritrovamento degli inquietanti filmini. Il fidanzato era stato interrogato per diverse ore.

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