Sette anni per la rapina in villa
Assalita e picchiata brutalmente la moglie di un imprenditore

AL PRONTO SOCCORSO.Elvia Parolin
SAN MARTINO DI LUPARI.
Mano pesante del collegio del tribunale di Padova che ha condannato a 7 anni e due mesi (ridotti di tre anni per l'indulto) Costel Chiper e Vasile Cioclu, trentenni, rumeni. Per loro il pm aveva chiesto 6 anni e 500 euro di multa. I due erano accusati a vario titolo di essere gli autori della rapina in villa del 6 luglio 2005 alla casa dell'imprenditore Gianni Scapin, dove fu legata e picchiata brutalmente la moglie Elvia Parolin, per razziare 20 mila euro tra contanti, gioielli e un prezioso orologio che da solo ne valeva 15 mila. I due stranieri sono stati anche condannati a risarcire 28.000 euro a Parolin e 2.000 a Scapin (assistiti dall'avvocato Cristiana Giovagnoni). La multa di 1.700 euro è stata condonata per l'indulto, grazie al quale quindi la loro effettiva pena da scontare scende a 4 anni e due mesi. Entrambi sono contumaci e irreperibili. Chiper e Costel sono stati incastrati dall'imei e dalle sim dei rispettivi telefonini cellulari. I rapinatori entrarono in azione quando Elvia Parolin meno se l'aspettava, alle 9 del mattino: aveva appena salutato sul cancello la figlia, 10 anni, diretta in piscina con le coetanee; prima che il cancello si richiudesse alle spalle della casalinga, i malviventi ci si sono infilati, riuscendo a non farsi notare nemmeno dai vicini. La padrona di casa se li è sentiti piombare addosso alle spalle, non è nemmeno riuscita a vederli in faccia. Malmenata, legata a una sedia con il nastro adesivo, è stata minacciata ripetutamente. Speravano di trovare una cassaforte piena ma, visto che non c'era, hanno arraffato quello che hanno trovato. Anche il cellulare della Parolin. Che è rimasto spento fino al 19 luglio, quando ha iniziato a emettere il segnale con, alternate, due schede della Wind. Utenze riconducibili a uno degli imputati (al quale il Nokia rubato è stato sequestrato in casa, nel Mantovano), che ha chiamato più volte l'altro. Le sim riconducibili ai due rumeni erano inoltre agganciate ai ripetitori della zona di San Martino nelle ore in cui si è consumata la rapina. Sono state complesse, anche perché all'epoca le due schede andavano spesso in roaming con altri gestori. L'assicurazione delle vittime ha risarcito solo 5 mila euro dell'ingente bottino: il massimale per i beni non custoditi in cassaforte. (c.bel.)
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