Settecento anni di Venezia in graphic novel

di Silvano Mezzavilla
Non solo nelle acque della Laguna si specchia la Serenissima, ma anche nei fumetti di Matteo Alemanno. È lei, con i suoi panorami fascinosi, la sua storia millenaria e le sue tenebrose leggende, la protagonista grafica, pressoché assoluta, delle tavole a colori, dei disegni a matita e delle illustrazioni esposte in anteprima nazionale e fino al 20 maggio negli spazi del Fondaco degli Angeli dalla Fondazione Wilmotte, a Cannaregio. Sono oltre trenta immagini che fanno parte del graphic novel “Marina, les enfants du Doge”, pubblicato pochi mesi fa da Darguad Benelux, la cui trama, concepita dallo sceneggiatore belga Zidrou, intreccia in un plot avventuroso, vicende ambientate a Venezia nel lontano 1300 e ai giorni nostri. Da una parte narra il dramma di Marina, costretta dal padre, il doge Andrea Dandolo, a consegnarsi al Sultano d’Oriente, in modo di scacciare l’ombra di oscure profezie che incombono sul destino della città; nell’altra descrive i sentimenti di un archeologo, della ex moglie e del suo giovane amante, tutti in qualche modo coinvolti nel recupero, dal fondo del bacino di San Marco, del relitto di una galea sulla cui fiancata è dipinta una sirena dall’aspetto inquietante.
Autore dei disegni è Matteo Alemanno - nato a Lecce nel 1967, da oltre vent'anni residente a Venezia, dove si è laureato in architettura - che utilizza un segno classico e nel contempo originale per inventare inquadrature spettacolari, per assegnare ai personaggi fisionomie che ne riverberano il carattere, per riprodurre con esattezza certosina gli abbigliamenti, le armi, le antiche galee e i moderni vaporetti.
Ma è nella rappresentazione di Venezia (quella trecentesca come quella del XXI secolo) che l’artista eccelle; il tratto nero dei suoi pennarelli e i colori acquerellati della sua tavolozza delineano fin nei dettagli più inaspettati i palazzi nobiliari, l’Arsenale, o San Marco, e soprattutto catturano le luci e le sfumature della città rendendole percepibili in ogni vignetta e da tutti i lettori.
«Disegnare fumetti» afferma Alemanno, che dal 2003 opera nel mercato francofono e ha già firmato i quattro volumi della serie “Protecto”, il volume “Les gardiens des enfers” e partecipato all’opera collettiva “Vampyres” «è un lavoro bellissimo; consente di dare vita ai mondi che immaginiamo utilizzando un medium molto semplice ed efficace. Nel caso di “Marina”, la ricostruzione della Venezia trecentesca nasce proprio dalla mia grande passione per questa città e per la sua storia, e dal fatto che ho sognato per anni di poter ricostruire, almeno per lo spazio di una storia a fumetti, il mondo fantastico e perduto della Venezia medievale. Certo io faccio il disegnatore di fumetti e non lo storico, ma per realizzare un lavoro di questo tipo serve una grande ricerca. È necessario farsi un’idea di come poteva essere la città a quei tempi, di come ci si muoveva, di come erano fatte le imbarcazioni, di come si vestiva, di cosa si mangiava, altrimenti si rischia di allontanarsi troppo dalla realtà storica e di far perdere credibilità al racconto. Cerco di leggere tutto quello che posso o di trovare pitture, miniature, incisioni che mi aiutino nella ricostruzione».
«Anche la tecnica» continua l’autore «è funzionale a questo scopo. Ho scelto gli acquerelli proprio per poter rendere i volti, i materiali, e più in generale le atmosfere in un modo che sia il più vicino possibile alla pittura e al mondo medievale. L'intreccio di Marina si sviluppa anche su una pista contemporanea e tengo molto anche a questa. Quando posso vado in giro per la città armato di taccuino e acquerelli. Mi sto adoperando perché “Marina” possa avere un’edizione italiana». E in futuro? «Vorrei trovare il tempo per progetti più personali, per esplorare nuove piste sia dal punto di vista narrativo che della tecnica di rappresentazione».
La mostra, oltre a story board e a matite che evidenziano (e insegnano) il processo di creazione di una tavola di fumetti, è impreziosita dalle illustrazioni che Matteo Alemanno ha realizzato per il gioco da tavolo “Venetia”, ispirato a “Marina, les enfants du Doge”, e che Marco Maggi e Francesco Nepitello hanno sviluppato per Giochi Uniti Editore di Napoli.
“Tra Fumetto e gioco: disegni veneziani” si visita fino al 20 maggio al Fondaco degli Angeli Fondamenta dell’Abazia Cannaregio 3560, dalle 10 alle 18 tutti i giorni tranne il lunedì.
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