Sfilata all’Arena per i cani di Rubano ma la città non c’è

I volontari portano in libera uscita gli ospiti in cerca di casa. Pochi i padovani che si spingono ai Giardini a curiosare
ZANETTI - CANI AI GIARDINI ARENA
ZANETTI - CANI AI GIARDINI ARENA

PADOVA. Gli uni ci credono. Gli altri, pur senza averne coscienza fino in fondo, ci sperano. I primi sono i volontari del canile di Rubano che ieri hanno portato alcuni degli “ospiti” ai Giardini dell’Arena nel tentativo, in qualche caso estremo, di regalare qualche anno di carezze ai secondi. Questi ormai avrebbero dimenticato la dolcezza di una grattatina dietro l’orecchio se non fosse per loro, i volontari che, come ieri, ancora una volta hanno messo a disposizione il loro tempo libero. Ci hanno creduto meno i padovani che, complice il sole e il luogo non proprio di passaggio, hanno volto lo sguardo dall’altra parte.

Ne hanno approfittato, per quanto possibile, i dieci cani che hanno potuto godere di una scampagnata di un paio d’ore, conoscere potenziali amici e rotolarsi sull’erba fresca. Già l’erba, che tanto gioverebbe a Romeo, cui gli anni trascorsi sul cemento del box hanno fatto crescere grosse callosità ai lati della coda. Un giardinetto e un po’ di carezze curerebbero il suo corpo e il suo spirito, come lo spirito di Orange che, paradossalmente, quando trova un padrone scappa dal giardino perché non vuole stare solo. E quello di Lea, una splendida “zitellona” i cui occhi non chiedono altro che una padrona con cui condividere la guerra con la bilancia. O Jacky, prigioniero nel corpo ingombrante e “minaccioso” di un pastore maremmano. O, ancora Rol, trovato qualche mese fa a bordo di una strada, investito e sofferente. Oggi, dopo le cure, a ricordo di quell’avventura rimane solo un taglio del pelo un po’ punk. Come loro, Fips, Leon, Boraccia, Snak, Ettore, alcuni perseguitati dalla sindrome del cane nero (l’ultimo ad essere adottato tanto tra i cuccioli che in canile, il più delle volte scartato pur in maniera inconsapevole), tutti con alle spalle il tradimento dell’uomo. Ieri, è successo ancora.

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