Sfitti trenta negozi su cento Montegrotto non è più appetibile

MONTEGROTTO TERME. Il trenta per cento delle botteghe di Montegrotto è sfitto. Il dato è fornito da Ascom, che in questi giorni ha effettuato un censimento degli esercizi commerciali sampietrini: comprese le frazioni, sono 315 le attività aperte, 134 quelle chiuse. Situazione molto critica anche per quanto riguarda il centro cittadino: considerando la zona che va da piazzale Stazione verso piazza Primo Maggio, piazza Carmignoto, Galleria San Mauro, Galleria Manzoni e via Aureliana, fino alla pizzeria Grano Salis, sono 163 le attività attualmente aperte, 43 quelle sfitte, il 20 per cento.
Dati preoccupanti. Ascom lancia quindi il grido d’allarme. Lo fa attraverso il presidente mandamentale delle Terme Euganee, Michele Ghiraldo: «La preoccupazione è alta se si considera che stiamo parlando di una località turistica, dove commercio e turismo vanno a braccetto. Il segno negativo impone a tutti di pensare a soluzioni. Credo sia assolutamente necessario aprire un tavolo di concertazione tra amministrazione e categorie economiche per arrivare a soluzioni che rilancino Montegrotto. Spero si tratti di una situazione momentanea di difficoltà, che va tuttavia letta e governata. Bisogna cercare di fare sintesi per far tornare a parlare di Montegrotto in maniera positiva. Ricordiamo che le botteghe aperte vogliono dire aumento della sicurezza, in quanto il territorio è sorvegliato. I negozi aperti sono il termometro della vivibilità e qualità di una città».
Rimedi. Gli affitti a Montegrotto si aggirano in media tra i mille e i duemila euro al mese. Per una bottega di circa 90 metri quadri in Piazza Roma si può andare tra i 1.600 e i 1.700 euro. In viale Stazione siamo attorno ai 1.200 euro. In alcune zone, per locali anche di minori dimensioni, si può arrivare anche a 1.500-2.000 euro. «Come Ascom abbiamo già tentato di mettere a disposizione il nostro ufficio legale per trovare la quadra con i proprietari dei negozi», svela Ghiraldo. «La nostra proposta, che abbiamo già avanzato a Padova, è quella di arrivare ad un abbassamento della tassazione per i proprietari dei locali che riusciranno ad affittare i negozi concedendo un abbassamento dei canoni d’affitto. Per riuscirci però devono essere d’accordo i proprietari delle botteghe e deve esserci la buona volontà, scritta, delle amministrazioni comunali».
I commenti. Il sindaco Riccardo Mortandello preferisce attendere prima di esporsi in materia. «Replicherò domani», ha fatto sapere ieri. Va giù dura invece Ilaria Vegro, capogruppo del Gruppo Misto: «Il dato è il segno di una città che sta morendo», dice. «Dimostra la mancanza di progettualità di questa amministrazione. Il paese sta diventando sempre meno appetibile per gli investitori. Serve decoro urbano e serve viaggiare con un passo diverso per evitare di affondare ulteriormente».
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