Sfrattato Frank, gallo padovano un po' troppo canterino

TREVISO. Lo sfratto è esecutivo, come impone la legge. Una settimana di tempo per trovare un’altra sistemazione, non un giorno di più: i vigili urbani, prontamente accorsi sul posto, sono stati tanto comprensivi quanto fermi. Lì, in quel recinto di un cortile tra eleganti villette, a poche centinaia di metri dal centro di Treviso, Frank non può proprio stare.
Morosità? Nossignori. Occupazione abusiva? Nemmeno. E neanche problemi con il permesso di soggiorno, perché a dispetto del nome il vivacissimo Frank è padovano doc.Anche se non può dimostrarlo - viste le recentissime disposizioni della regione Veneto sul dialetto - perché non parla. Ma canta, com’è nella sua natura. E siccome non conosce orari, disturba la quiete pubblica, ed è pure recidivo, insensibile a qualsiasi richiamo della padrona di casa, non c’è proprio alternativa.
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Deve sloggiare. Chissà se Frank – gallo di pura razza padovana – capirà la ragione che gli costa l’imminente trasloco forzato. Un conto è fare il gallo – con l’istituzionale dovere di aprire la giornata al mondo con il canonico chicchiricchì – in aperta campagna, o in periferia, un conto farlo fuori mura. E poi, a ore non proprio diurne e dietro via Luzzatti, no.
Non c’è richiamo e suggestione agreste bio o green che tenga: i vicini non hanno gradito l’arrivo del «cantante», e hanno subito telefonato alla polizia municipale di ristabilire l’ordine e la quiete, violata dalla performance canore.Aveva tanta voglia di cantare, che per qualche mattina non ha mai cessato di offrire al quartiere il suo inconfondibile chicchiricchì quasi continuamente, fino all’ora di pranzo.

Frank era era arrivato come compagnia d’obbligo a Virginia, gallina padovana anch’essa doc, nana orlo nero, con tanto di ciuffo inconfondibile. Virginia era stata scelta dalla padrona di casa, una professionista impegnata sui temi dell’ambiente e della sostenibilità, come fornitrice di uova fresche. Ma da sola Virginia non stava, ed allora ecco la compagnia più adatta: Frank.
Senonchè, il nostro si è subito scatenato. Figurarsi i vicini, a stretta distanza di giardini: colonna sonora continua, e concerti anche prima dell’alba. «Pensavo fosse una cosa possibile, non è stato così, e capisco le esigenze dei vicini», dice la professionista, «in effetti Frank canta molte volte al giorno, per chi sta in casa diventa effettivamente una compagnia costante. Ho chiesto qualche giorno ai vigili per trovare una fattoria adatta, magari una didattica, dove bambini e ragazzi entrano in contatto con la natura».
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