Sfrutta il buon cuore del prete e gli spilla oltre 40 mila euro

Marocchino di 37 anni a processo per truffa al religioso Aveva ottenuto in due mesi i soldi dal parroco di Codevigo
Di Carlo Bellotto

CODEVIGO. Ha truffato il parroco, riuscendo a farsi consegnare oltre 40 mila euro, soldi che aveva promesso di ricevere a titolo di prestito e che, invece, non ha più restituito. Ora Abdellatif Essahel, marocchino di 37 anni, residente a Piove di Sacco, è a processo. I fatti contestati sarebbero accaduti tra il primo febbraio e il 25 marzo del 2013. Il marocchino all’epoca aveva iniziato a bazzicare nella parrocchia di Codevigo ed era riuscito a impietosire il parroco, don Florindo Bodin. Gli ha raccontato dei suoi problemi economici, legati anche alla difficoltà di trovare un’occupazione stabile che gli potesse garantire un sostentamento. Il parroco ha deciso di aiutare una persona in difficoltà, che oggi aveva le bollette da pagare e domani un’altra incombenza. All’inizio gli ha dato del denaro (in tutto 14 mila euro) con dei bonifici bancari o assegni, evidentemente affinchè restasse traccia di quel flusso di soldi che lo straniero aveva assicurato avrebbe restituito. Poi il parroco gli ha consegnato altro denaro in contanti, all’inizio facendosi firmare una carta per ricevuta, poi verso la fine, nemmeno più quella. In fiducia. In tutto nelle (capienti) tasche dello straniero sono finiti 40.505 euro. Il marocchino era riuscito a far credere alla persona offesa che la continua erogazione di denaro avrebbe permesso la restituzione del debito. Alla fine però don Florindo si è stancato e ha presentato querela ai carabinieri di Codevigo. Ieri il parroco ha raccontato in aula di quelle richieste pressanti del marocchino, ripercorrendo tutte le consegne di denaro e le suppliche che lo straniero gli ha fatto per impietosirlo. È stata acquisita agli atti anche la deposizione di un parroco anziano che era già stato sentito dai carabinieri. Il dibattimento si è concluso, ma il giudice ha rinviato al prossimo 31 marzo per la pronuncia della sentenza. L’imputato non era presente e l’avvocato che lo difendeva era d’ufficio. L’inchiesta che aveva portato al suo rinvio a giudizio era stata condotta dal pubblico ministero Benedetto Roberti, che oltre alla denuncia del parroco aveva acquisito gli estratti dei conti correnti dell’imputato e del parroco.

Argomenti:chiesa

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova