Sfruttatore condannato a tre anni: Alina “liberata” dalla strada
La ragazza era costretta a prostituirsi da Valentin Nicolae Ursu, romeno di Cadoneghe, nella rotonda nel cavalcavia Camerini. E’ stata salvata grazie al progetto Navigare

Dal 26 maggio al 17 agosto 2019 Alina, classe 2001, romena d’origine e nessuna conoscenza del mondo (tantomeno della lingua italiana), era stata la sua florida fonte di reddito, dai seimila ai novemila euro al mese netti ed esentasse.
Ma è durata poco, due mesi e mezzo che, per lei giovanissima, è sembrato un tempo interminabile. Il 15 ottobre finalmente ha avuto giustizia: il tribunale di Padova ha condannato il suo aguzzino a tre anni di carcere per sfruttamento della prostituzione.
Il processo
Il suo nome è Valentin Nicolae Ursu, un romeno 62enne che attualmente vive a Cadoneghe da parenti e che, alle spalle, ha dei precedenti penali analoghi.
La vittima si era costituita parte civile con l’avvocato Orietta Baldovin per avere tutela legale durante l’interrogatorio. Costituzione poi revocata dopo aver concluso il percorso di reinserimento sociale. È una storia di triste quella Alina (nome di fantasia per tutelare la vittima). Ma anche di redenzione e di rinascita, un finale che guarda a un futuro carico di speranza perché la ragazza è entrata nel programma di protezione, recupero e reinserimento gestito dall’équipe del progetto Navigare di cui è capofila la Regione Veneto sotto la direzione dell’Assessorato alle Politiche sociali.
Un programma che, ogni anno, salva dalla strada una cinquantina di ragazze costrette a prostituirsi a suon di botte, di solitudine, di ricatti psicologici.
La vittima
In Romania Alina viveva in una famiglia affidataria che le aveva voluto (e voleva) molto bene. Tuttavia aveva sempre sognato di poter ritrovare l’amore dei genitori naturali. Un sogno che si è avverato, aprendole però le porte all’incubo. La mamma e il papà le avevano parlato di una grave situazione sotto il profilo economico: «Siamo pieni di debiti ma tu potresti aiutarci. C’è un amico che va in Italia. E se tu lo segui e fai come ti dice, potrai trovarti un lavoro guadagnando bene e risolvendo pure i nostri problemi».
Lei è ingenua, ha solo 18 anni, uno scarso grado di istruzione. È la metà del maggio 2019 e decide di seguire quell’uomo, Ursu . Arriva a Padova il 24 maggio 2019 e due giorni dopo è già in strada.
Lui non perde tempo a mostrare il suo vero volto: le va subito a comprare vestiti attillati , scarpe con il tacco e una scorta di preservativi. «Sei giovane, fresca e bella, puoi chiedere anche 50 euro per ogni prestazione» è il consiglio. Così finisce sul marciapiede.
La strada
Il posto di lavoro? La rotonda in via Annibale da Bassano ai piedi del cavalcavia Camerini. E non c’è scampo perché è controllata a distanza ravvicinata dal “protettore” che registra il numero dei clienti per notte (dai 4 ai 7) e anche la durata degli incontri. In più, ogni perdita di tempo è punita severamente e con sempre maggior violenza a suon di schiaffi: come minimo il guadagno giornaliero deve essere tra i 200 e i 300-350 euro, altrimenti sono schiaffi.
Per lei è l’inferno. Anzi, un incubo. Ma è difficile affrancarsi anche se tante volte passano le pattuglie che cercano di catturare l’attenzione delle ragazze e magari qualche confidenza.
L’aiuto
Finalmente non ce la fa più e tramite Facebook riesce a contattare la sorella (acquisita) nella famiglia affidataria , a gridare il suo dolore e a chiedere aiuto indicando con precisione luogo e tempo (notturno) in cui deve vendersi. La sorella e la madre affidataria si mettono subito all’opera: contattano la polizia romena che, tramite l’Interpool, mette a conoscenza dell’accaduto la Squadra mobile di Padova. Quest’ultima la notte del 18 agosto piomba ai piedi del cavalcavia, individua la ragazza e la mette al sicuro accompagnandola in questura per raccogliere la denuncia prima di affidarla all’équipe del progetto Navigare. Oggi Alina ha già concluso il percorso ottenendo un diploma delle scuole medie e imparando un lavoro. Il che le ha consentito di rifarsi una vita lontana dal Padovano e di essere finalmente libera . —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova