Sgomberata Casetta Berta all’Arcella Maggioranza divisa e accuse all’Ater

Il sindaco: basta lasciare edifici abbandonati. La sinistra: c’è bisogno di più spazi. Ma i centristi: un no chiaro alle occupazioni



È finita dopo 134 giorni l’avventura di “Casetta Berta”, l’ex centro anziani di via Cardinal Callegari all’Arcella, occupato dai collettivi di sinistra vicini a Potere al Popolo, e dedicato a Berta Cáceres, leader delle organizzazioni indigene uccisa in Honduras. È finita alle 7 di ieri mattina, con le camionette di polizia e carabinieri di traverso alla strada. Con la ditta di traslochi che ha svuotato tutto e con i muratori che hanno “blindato” porte e finestre. È finita con un provvedimento di sequestro preventivo firmato dal pm Sergio Dini, che vuole vederci chiaro sulle frequentazioni di uno spazio di proprietà dell’Ater, illegalmente riaperto alla collettività dopo anni di abbandono. Niente più attività sociali, cineforum, corsi di lingua, pranzi popolari, presentazioni di libri, ma anche musica e schiamazzi fino a tardi che disturbavano i vicini.

L’esperienza di Berta finisce qui ma si porta dietro lo strascico di una polemica che spacca la maggioranza, e fa emergere prepotentemente distinguo e sensibilità diverse che Sergio Giordani, da “avvocato del popolo” in salsa padovana, è costretto a tenere assieme.

Le accuse all’Ater

Il primo cittadino getta la palla in tribuna con una dichiarazione che chiama in causa l’Ater: «Se da un lato serve agire sempre nei binari della legalità, dall’altro gli enti pubblici non possono mai lasciare nell’abbandono spazi di loro proprietà, specie nelle zone residenziali». Un messaggio all’ente regionale con cui da settimane èin corso una guerra fredda sull’aumento dei canoni? «Questo vale per il Comune come vale per tutti – la precisazione – Ciò detto, ripeto che serve sempre agire nelle regole».

Il caso politico

È uno sgombero che però fa nascere un caso politico, perché “Berta” non è mica il Gramigna all’ex Vescovi. Anzi, era un’esperienza cui alcune aree della maggioranza guardavano con benevolenza. È animata da Potere al popolo, un partito che alle ultime politiche in città ha raccolto 1.337 voti (l’1,22%). Non a caso la leader nazionale, Viola Carofalo, ha tuonato: «Era stato restituito al quartiere uno spazio per la speranza: la speculazione non può vincere sulla solidarietà». La stessa consigliera Daniela Ruffini (che in Pap ha militato) è durissima: «L’Ater vuole solo creare degrado e conflitti. Esprimo la mia solidarietà a chi ha a cuore, invece, la riqualificazione dei quartieri».

L’ala arancione non è insensibile agli eventi. «Nessuna connivenza con illegalità. Ma il territorio va ascoltato: è evidente la forte richiesta di spazi sociali», riassume il vicesindaco Arturo Lorenzoni. Una posizione che il consigliere centrista (lista Giordani) Luigi Tarzia spera non diventi «ambigua»: «Servono comportamenti lineari: non si può avere un ruolo nelle istituzioni e condividere le occupazioni». —

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