Si dimettono tre medici di Pediatria

I motivi: carenza di personale, turni massacranti e aspettative frustrate a causa del mantenimento del doppio reparto
Pediatria Ospedale Camposampiero 21.10.01 Belluco foto PIRAN
Pediatria Ospedale Camposampiero 21.10.01 Belluco foto PIRAN

CAMPOSAMPIERO. Carenza di personale, turni massacranti, aspettative frustrate: pediatri in fuga dall’ospedale Pietro Cosma, ex Usl 15 Alta Padovana, fiore all’occhiello della sanità pubblica nazionale fino a poco tempo fa. Così tre pediatre, attirate a Camposampiero grazie alla considerazione che il Cosma godeva a livello qualitativo, hanno deciso di continuare altrove la loro professione. Le dimissionarie sono Silvia Palatron, Eva Temporin e Maria Tura. Le tre specialiste hanno messo nero su bianco la loro delusione indirizzando una lettera al direttore generale dell’Usl 6 Euganea Domenico Scibetta, al direttore sanitario Patrizia Benini, al direttore del presidio ospedaliero Francesco Bisetto e al direttore di Pediatria Marco Filippone. «Vista la difficile e delicata situazione creatasi nel reparto di Pediatria di Camposampiero in seguito alle nostre dimissioni volontarie» scrivono i tre medici, «ci sembra doveroso chiarire la principale motivazione che ci ha spinto a questa decisione obbligata». Palatron, Temporin e Tura spiegano che a portarle a Camposampiero era stato l’elevato standard qualitativo e la prospettiva di crescita che veniva loro offerta. Per anni hanno lavorato con soddisfazione trovando conferma della fama di cui godeva Pediatria. «Un reparto molto impegnativo» lo descrivono, «con un elevato grado di complessità assistenziale, dove spesso è stato necessario sacrificarsi a causa della carenza di personale medico dovuto al turn over e alla difficoltà di trovare pediatri neonatologi disposti a lavorare in ospedale in attesa di una riorganizzazione che stabilizzasse l’organico».

Aspettative crollate dopo la modifica delle schede regionali nel 2013. Quando cioè c’è stata la virata: anziché un unico reparto sviluppato su due ospedali ma con il primariato a Camposampiero, si è deciso di mantenere due unità operative distinte. «Questa decisione» affermano le tre dottoresse, «ha impedito di realizzare le prospettive di crescita di un’attività pediatrica di eccellenza come quella portata avanti nel nostro ospedale, mantenendo invece due realtà separate con organici ristretti e ricambio professionale difficile». È ciò con conseguenze pesanti. «Turni serrati con maggior rischio di errore, dove errore significa mettere a repentaglio la vita dei bimbi, e perdita di tutta l’attività specialistica sviluppata con grandi investimenti sia in termini di formazione del personale sia in termini economici» è la loro amara considerazione «Speriamo che la nostra lettera possa aiutarvi nel gestire al meglio questa delicata situazione prima che il problema diventi irrisolvibile».



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