Si fa la foto al Colosseo Cade dal muro, è grave

L’alba del suo diciottesimo compleanno. Sono le cinque di ieri mattina e la notte di festeggiamenti fa l’ultima tappa al Colosseo. Mattia è assieme a cinque dei nove amici con i quali sabato era arrivato a Roma per una piccola vacanza.
Facciamoci un selfie, dai scavalchiamo. E scavalcano la bassa balaustra, al di là della quale c’è una sorta di camminamento costeggiato da cinque metri di dirupo erboso: sotto, antiche pietre sparse e più in là i piedi del Colosseo. Mattia Martinello, di Mestrino, diciottenne da poche ore, è l’ultimo a scavalcare: scherzano, sono allegri, prima hanno brindato al compleanno; stanno scattando quei maledetti selfie quando Mattia perde l’equilibrio e scivola. Non riesce ad ancorarsi, a fermare la caduta. Rotola giù. Cinque metri.
Poteva non accadere nulla, una sbucciatura, un livido, invece batte la nuca su una delle pietre. E rimane lì, immobile. Gli amici lo chiamano, non risponde. Allora cominciano a scendere, scompostamente, d’impeto: si strappano i jeans, si lacerano le mani. Arrivano da lui che ha la testa in un lago di sangue. E’ il panico. Chiamano un’ambulanza che arriva rapida dal vicinissimo ospedale San Giovanni.
E’ ricoverato in Rianimazione, Mattia, intubato, sedato, con un grosso ematoma a comprimergli il cervello. Le sue condizioni sono stabilizzate ma gravi. Sono le drammatiche ore dell’attesa: i medici attendono il decorso per decidere se operare, come intervenire e valutare la presenza e eventualmente l’entità dei danni permanenti; i genitori del ragazzo aspettano le parole dei medici.
Genitori che ieri alle 11.30 erano già arrivati al San Giovanni, accanto a quel loro unico figlio: la mamma in lacrime ad accarezzargli il viso, il papà disperato. La famiglia abita a Mestrino in via Bosco 8: il padre lavora in una ditta in strada Battaglia, la madre in una tipografia. E Mattia: IV all’Einaudi a Padova indirizzo amministrazione-finanza-marketing; Mattia, promettente giocatore di calcio, quest’anno dal Cittadella passato al Mestrino; Mattia sempre attivo nei gruppi parrocchiali. E proprio con la comunità parrocchiale in agosto era già stato in gita a Roma. Si era divertito, gli erano piaciuti quei giorni e aveva voluto tornarci per festeggiare i 18 anni. Era partito sabato, in treno, appena finita la partita di calcio: con lui cinque amici di Mestrino (due ragazze e tre ragazzi), due di Napoli e due di Roma. Tutti coetanei. Gli amici di Roma e Napoli li aveva conosciuti qualche mese fa durante uno stage con la scuola a New York. La vacanza romana del gruppo per il compleanno di Mattia avrebbe dovuto terminare oggi.
I ragazzi alloggiavano in un hotel vicino alla stazione Termini: l’altra sera avevano girato per Roma, poi erano andati a bere un po’ in un bar: vicino al Colosseo c’è via San Giovanni Laterano, la chiamano gay street, è una zona molto di moda, piena di locali aperti tutta la notte, piena di giovani. Forse si erano fermati proprio lì.
Ieri per tutta la giornata i carabinieri della compagnia di piazza Dante hanno raccolto le testimonianze dei ragazzi: dei cinque che erano con Mattia al momento dell’incidente e anche dei quattro che erano già rientrati in albergo. I ragazzi hanno stazionato nella sala d’aspetto di Rianimazione, a turno facendo la spola con la caserma dei carabinieri che stanno ricostruendo, momento dopo momento, l’accaduto. Tra gli altri accertamenti eseguiti, anche quello per appurare il tasso alcolemico di Mattia.
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