Si faceva pagare le auto ma non le consegnava, condannato a tre anni

NOVENTA PADOVANA. Un vortice di auto di alta gamma vendute: ma solo sulla carta. Incassate le caparre dai clienti, della macchina non c’era più traccia. Audi da 30-44 mila euro, VW Golf da 20-23 mila: 14 auto in tutto, per le quali gli acquirenti avevano pagato caparre del 10-15%.
Qualcuno era stato ingolosito dalla possibilità di un cambio vecchio-nuovo e aveva “dato dentro” la propria Mercedes usata; qualcun altro aveva saldato sull’unghia i 30 mila euro per l’automobile tanto sognata. Vetture che per tutti sono però rimaste, appunto, un sogno.
Per questa truffa, ieri, il Tribunale di Venezia ha condannato a 3 anni di reclusione Giorgio Di Fusco, 61 anni, residente a Noventa Padovana, all’epoca dei fatti – era il 2010 – amministratore di fatto dello Junior Team Commercio auto a Fiesso d’Artico (Ve). Nel 2015 aveva patteggiato 2 anni Enrico Bordin, amministratore di diritto della società. Di Fusco aveva invece deciso di difendersi in aula. E dopo un paio d’anni di udienze e rinvii, ora è arrivata la condanna.
Secondo la ricostruzione fatta dalla Procura, erano state 14 le persone raggirate, per un totale di 113 mila euro versati dagli automobilisti beffati e spariti nel nulla, 19 mila euro in assegni finiti sul conto personale invece che su quello della ditta e 67 mila euro “distratti” insieme all’automobile azienda, dopo che nel 2010 il Tribunale civile di Venezia aveva decretato fallita la Junior Team: più di un cliente si era ritrovato le serrande abbassate, quand’era andato a protestare per quell’Audi o quella Golf che avevano ordinato, pagando un anticipo e della quale non sapevano più nulla. Salvo che i due soci avevano poi riaperto negli stessi uffici la New Junior Team.
Era così partita l’indagine della Procura e il sistema si era interrotto. Nella sostanza – ha ricostruito l’inchiesta – i clienti che si rivolgevano a Bordin e Di Fusco erano convinti di trattare con una concessionaria vera e propria, firmando contratti con tanto di logo Audi e Volkswagen che invece si sono rivelati fasulli. In realtà, i due contattavano in alcuni casi vere concessionarie, che però, una volta ricevuto l’ordine, non venivano pagate e, quindi, non consegnavano le vetture agli inferociti clienti, che ora si sono costituiti parte civile. —
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