Si finge gay per poi ricattare i suoi amanti: trentenne indagato

Si spacciava per gay e adescava uomini promettendo prestazioni sessuale. Poi però li ricattava minacciando di rivelare il loro orientamento sessuale

PADOVA. Si spacciava per gay pronto a vendere le proprie prestazioni sessuali, poi con furbizia carpiva informazioni personali degli interlocutori-potenziali clienti in vista dell’appuntamento hard. Ma anziché concretizzare l’incontro, ricontattava le vittime minacciando di divulgare le loro abitudini sessuali ad amici e familiari, senza trascurare l’ambiente di lavoro.

E in tanti - insospettabili mariti e padri di famiglia omosessuali - preferivano comprare quel silenzio piuttosto che rischiare di veder stravolta la propria esistenza. Quel pesante “gioco” non è durato troppo. Così un trentenne padovano è finito indagato per estorsione: il ricatto era ormai diventato il suo lavoro. Un lavoro che, al colpo, poteva fargli guadagnare dagli 800 ai mille euro da versare in una carta postepay.

A denunciare il giovane è stato un signore triestino che aveva risposto a uno degli annunci pubblicati dal padovano su siti web specializzati. Deciso a non sottostare a quella violenza, l’uomo ha informato la polizia triestina che, grazie al numero di cellulare del gigolò, ha identificato il ricattatore poco accorto perché usava il suo telefono personale. L’indagine è finita sul tavolo del pm Sergio Dini che ha affidato gli accertamenti alla Squadra mobile. Una decina di altre vittime sono state individuate grazie ai tabulati telefonici.

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