Si spara alla testa il consigliere Patanè

Rosario, 76 anni, era da molti anni impegnato nel parlamentino del Quartiere 1. Era malato, ha fatto fuoco nell’androne
Di Fabiana Pesci

Si è chiuso alle spalle la porta di casa, al sesto piano della palazzina al civico 24 di riviera dei Mugnai, lasciandoci dentro tutto. L’amore per la moglie, per il figlio, i ricordi, la speranza. È sceso lungo le scale, fino al pianerottolo del primo piano, stringendo nella mano destra la sua Beretta 7.65. Si è fermato, ha rivolto l’arma verso se stesso e ha aperto il fuoco. Rosario Patané, 76 anni, ex militare dell’esercito, agente di commercio in pensione e ora consigliere di quartiere Centro, ha deciso di togliersi la vita con un colpo di pistola alla tempia.

Si è suicidato ieri, poco dopo le 9 del mattino, nell’androne del condominio in cui abitava con la sua famiglia. All’origine del gesto, anche se nulla è confermato, forse i problemi di salute che lo affliggevano da tempo.

Un colpo di pistola

Rosario Patané, un passato nell’esercito, deteneva regolarmente la sua pistola. Ieri mattina ha messo in atto il suo piano suicida. Ha preso l’arma e senza dire nulla è uscito di casa, ancora in pigiama, in modo tale che nessuno potesse frapporsi tra lui e la morte. È arrivato sul pianerottolo e ha puntato l’arma alla tempia destra. Il proiettile ha trapassato il cranio uscendo dalla parte opposta, andandosi a conficcare nel muro dell’androne del palazzo. Patanè non è morto sul colpo: è rimasto steso a terra agonizzante. Si è accorto di lui il portiere del palazzo.

I soccorsi

Udito quel tonfo sordo, d’istinto, l’uomo è corso verso l’origine di quello strano suono. Si è trovato di fronte Rosario Patané, agonizzante, in un lago di sangue. Ha chiamato i soccorsi, sul posto si sono dirette a tutta velocità due volanti della Polizia, oltre all’ambulanza e all’automedica del 118. Nella concitazione del momento sembrava ci fosse una persona armata di pistola che vagava su e giù per le scale, non un uomo caduto a terra per sua stessa mano. Il personale medico ha rianimato Rosario Patané sul posto. È riuscito a mantenerlo in vita ancora per qualche minuto, il tempo di arrivare in ospedale, dove il suo cuore ha cessato di battere.

Nessun biglietto

Rosario Patané non ha lasciato alcun biglietto per spiegare le motivazioni della sua scelta suicida. Gli agenti della squadra Volanti, coordinati dal commissario capo Valeria Pace, hanno ascoltato i familiari del settantaseienne. Patané era malato da tempo e sembra che la scoperta della patologia di cui soffriva lo avesse colpito molto. Una sofferenza profonda, nelle pieghe della quale pare che l’uomo abbia maturato il proposito suicida.

La moglie, sentendo il trambusto dei soccorsi e della Polizia, è uscita dall’appartamento ed è scesa al pianterreno con l’ascensore, evitando così di imbattersi nel marito agonizzante. Solo in un secondo momento ha avuto percezione della realtà, di quanto era accaduto. Una frazione di secondo che ha fatto ripiombare nel dramma la famiglia Patané. Il tragico gesto di Rosario Patané ha generato il panico lungo la riviera. Nessuno aveva compreso che cosa stava accadendo, quale dramma si stesse consumando all’interno del palazzo di riviera Mugnai.

Il precedente

La famiglia Patané ha subito un altro duro colpo sedici anni fa. Il fratello di Rosario, Francesco, il 19 aprile 1997 ha rivolto la pistola contro i suoi figli. Il proiettile ha colpito Giacomo, finito su una sedia a rotelle per le lesioni riportate. Giacomo Patanè, come lo zio, fa parte del consiglio di quartiere 1.

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