Si svuotano i negozi al centro ingrosso «Colpiti dalla crisi»

Secondo Zilio (Ascom) incidono anche i continui controlli da parte della Finanza. In vendita bar e ristoranti
Di Felice Paduano
FERRO - GDF AL CHINA INGROSS FERRO - GDF AL CHINA INGROSS
FERRO - GDF AL CHINA INGROSS FERRO - GDF AL CHINA INGROSS

I cinesi tornano a casa.

Sono soprattutto i commercianti orientali, che hanno aperto i trecento stand all’interno delle aree che dal 2007 sono sorte in corso Stati Uniti, quelle denominate Centro Ingrosso Cina (in prima fila), Centro Europe Tranding (seconda fila) e Centro Ingrosso Internazionale Padova (terza e ultima fila).

Secondo le stime effettuate dagli addetti ai lavori sono trenta su trecento, quindi il 10%, i negozi rimasti sfitti perché i titolari avrebbero deciso di tornare in Patria. «Basta fare un giro per i tre centri, dove si dovrebbe vendere solo all’ingrosso, per vedere da vicino la ritirata strategica dei cinesi, quasi tutti provenienti dallo Zhe Jang» spiega Fernando Zilio, presidente Ascom «I motivi per cui alcuni asiatici hanno gettato la spugna sono essenzialmente tre. Innanzitutto, dopo tutte le operazioni effettuate dalla Guardia di Finanza, tanti cinesi si sentono il fiato sul collo (anche ieri mattina un’auto delle Fiamme Gialle girava all’interno dei tre centri, ndr). In secondo luogo i clienti, che arrivano da tutto il Nordest, nonchè dalla Slovenia e dalla Croazia, sono sempre di meno, soprattutto dopo gli scandali e le contraffazioni denunciati anche dagli inviati delle Iene. Terzo: oggi la nuova Cina non è più quella di dieci anni fa, dove gli stipendi erano troppo bassi e le opportunità di successo anche per i lavoratori autonomi erano limitate».

D’altronde sono gli stessi cinesi, presenti sul territorio, a confermare che sono già tanti i connazionali ad essere tornati in Cina. «È vero», commenta Hu Lishuang, detto Marco, titolare dei Wok Sushi di Cadoneghe, Due Carrare, Preganziol e Marcon. «Sono numerosi i cinesi tornati in Patria. L’Italia è in crisi ormai da cinque anni. Per noi diventa sempre più difficile tenere i conti in attivo. Nonostante il nostro costante impegno sul lavoro e la nostra buona volontà, vivere bene in Italia è sempre più complicato».

Anche Cecilia, segretaria dell’associazione culturale italo-cinese La Giada, con sede in corso Stati Uniti 1/50, parla del ritorno di numerosi cinesi nel Paese originario. «Ormai in Cina quasi tutti guadagnano benino rispetto al passato» sottolinea «Tanti operai prendono un stipendio mensile di 500 euro. Gli impiegati delle aziende private ed i dipendenti pubblici guadagnano anche di più. Sono convinta che, in futuro, saranno sempre di più i cinesi a fare le valige. Anche perché qui sembra proprio che la crisi economica non termini mai».

Altra conferma arriva dagli italiani che lavorano a contatto con i cinesi presenti sia in città che in provincia. «Io e mio marito siamo titolari da anni di un’ agenzia immobiliare in zona stazione» osserva Ambra Giovanelli «Fino a poco tempo fa gli affari con i cinesi andavano bene. Adesso sta cambiando il vento. Ora sono sempre più numerosi i gestori cinesi dei bar e dei ristoranti che ci vengono a proporre di vendere le loro attività commerciali perché vogliono tornare nel loro Paese».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova