Simone Borile & Co, un circolo vizioso che macina (e perde) soldi
Mentre la cooperativa Edeco (ex Ecofficina Educational) macina soldi gestendo circa la metà dei profughi accolti in provincia di Padova, tra gli 800 nel centro di accoglienza di San Siro di Bagnoli e oltre cento nelle strutture più piccole, Padova Tre srl e il Consorzio Padova Sud che ne è proprietario - tramite le quote dei 56 Comuni aderenti - hanno a che fare con un “buco” da oltre 30 milioni di euro. Simone Borile (tuttora factotum di Edeco) era direttore e vicepresidente di Padova Tre negli anni in cui la società accumulava queste differenze di gestione che si sono tradotte in conti sospesi (che oggi non si sa a chi imputare) nella gestione dei rifiuti. C’era chi doveva controllare, certo, ed era il Consorzio Padova Sud. Peccato che presidente ne fosse lo stesso Borile. Avrebbe dovuto controllare se stesso e avrà pensato di potersi fidare. Nel luglio del 2015 Borile in veste di presidente del Consorzio propone all’assemblea dei sindaci di approvare il bilancio in cui venivano trasferiti quei 30 milioni di costi sospesi da Padova Tre al Consorzio stesso. Poco meno di 10 milioni sono i debiti che Padova Tre ha accumulato con le altre società con cui è in associazione d’impresa: Sesa spa e De Vizia Transfer spa. Debiti che vengono fatti coincidere con una somma uguale di crediti che derivano dagli insoluti delle bollette dei rifiuti. Il patto è che il Consorzio si accolli i debiti ma anche i crediti. Una partita pari, viene detto ai sindaci. E quasi tutti ci credono. Nel novembre del 2015 al posto di Borile diventa presidente del Consorzio Padova Sud Alessandro Baldin. Nel cda di Padova Tre, Stefano Chinaglia, Simone Borile e Egidio Vanzetto vengono sostituiti da Nicola Ferro, Tiberio Businaro e Massimo Zanardo, che lo scorso luglio vengono revocati in favore di un cda tutto tecnico (Luca Mariotto, Carlo Daniele Tonazzo e Franco Quattromani). Nel frattempo il cda del Padova Sud delibera di ritrasferire a Padova Tre il suo debito-credito, ma l’operazione viene sospesa. Motivo? I dieci milioni di debiti sono certi. Si è scoperto invece che i crediti con cui ripianarli certi non sono. Anzi. Tre milioni di quelli che erano stati “venduti” come insoluti delle bollette, erano ormai inesigibili. Scaduti i termini per riscuoterli, aria fritta. Così, per non mandare in default Padova Tre, la partita continua a giocarsela il Consorzio. Senza troppo divertimento. (e.l.)
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