S'invaghisce e violenta l'allieva minorenneNel Padovano arrestato un allenatore di pallavolo

Praparatore di una squadra di volley finisce agli arresti domiciliari con l'accusa di aver abusato della ragazzina di 15 anni, con cui aveva allacciato una relazione
ARRESTI DOMICILIARI. Mauro Ranzato l’allenatore di volley sotto accusa
ARRESTI DOMICILIARI. Mauro Ranzato l’allenatore di volley sotto accusa
VILLANOVA DI CAMPOSAMPIERO.
Quando ha letto l'ordinanza di custodia cautelare consegnata nelle sue mani dai carabinieri, stentava a crederci Mauro Ranzato, 40 anni, fotografo e allenatore di volley femminile residente a Villanova di Camposampiero in via Carducci: arresti domiciliari. E per due reati gravi quanto abietti: atti sessuali con una quindicenne e violenza sessuale aggravata sempre su una minorenne, la stessa ragazzina, una padovana ex allieva di pallavolo. L'ordinanza, chiesta dal pubblico ministero Sergio Dini e firmata dal gup di Padova Vincenzo Sgubbi, è stata eseguita martedì pomeriggio.


A firmare la denuncia contro Ranzato, la vittima (presunta, finché non c'è una sentenza) con i genitori. Nome noto nell'ambiente sportivo, Ranzato allena da tempo squadre di volley femminili: negli ultimi anni ha lavorato nelle giovanili della padovana Megius e della veneziana Laguna Volley, società di Bojon e Campagna Lupia. È nel 2009 che Anna (nome di fantasia per tutelare la minore) conosce l'allenatore. Tra i due è simpatia immediata e, ben presto, qualcosa di più. Forse attirato dall'aspetto fisico di ragazzina all'apparenza già donna, l'uomo non si tira indietro. Anzi, ben sapendo di aver colpito l'adolescente, si propone anche di accompagnarla agli allenamenti. Così dall'amicizia a un legame più profondo il passo è breve: la relazione dura dall'aprile al luglio 2009.


Una relazione proibita dalla legge, che la considera illecita in quanto Ranzato aveva in affidamento la giovanissima «per ragioni sportive». Eppure l'allenatore non se ne fa un problema, anche se la differenza d'età è notevole, la ragazza è minorenne e, soprattutto, lui è sposato. Addirittura quando l'accompagna a casa dopo la seduta in palestra, non esita ad abbracciarla, accarezzarla e baciarla sulla bocca: un giorno è la madre di Anna che assiste incredula ad una di queste scene. È in quel momento che inizia a controllare la figlia, scoprendo una serie di sms destinati a rivelare quell'amore sbagliato.


Immediatamente il papà contatta Mauro Ranzato e, con fermezza, lo invita a lasciare in pace la sua piccola, minacciando di informare la moglie dell'accaduto e di rivolgersi ai carabinieri. Pure Anna si convince a dimenticare quell'uomo e, per un po', la storia sembra archiviata. Tuttavia Ranzato non si dà pace e prima nel novembre 2009, poi nel gennaio 2010 cerca di nuovo un contatto con la ragazzina, aspettandola fuori dalla scuola. Lui è esplicito: vuole ricominciare la relazione, lei rifiuta. Il 9 aprile scorso un nuovo incontro, stavolta in centro a Padova: è in quell'occasione che Mauro propone ad Anna di andare a casa sua a Villanova. Lei accetta, si fida del vecchio amore. Quindi entra in casa e, dopo qualche chiacchiera, viene colpita all'improvviso da un violento pugno allo stomaco che la fa cadere a terra svenuta. Al risveglio - almeno secondo il suo racconto - ha i pantaloni sfilati e Mauro Ranzato è sopra di lei.


Racconterà Anna ai carabinieri il 4 maggio scorso: «Dopo un pugno allo stomaco, mi ritrovai per terra con i pantaloni levati e quella bestia su di me... Non feci più alcuna resistenza, non avevo le forze per farla... Lasciai che abusasse di me... Piangevo e mi chiedevo: perché è arrivato a tanto?». Alla fine dello stupro, è Ranzato stesso a riaccompagnarla a casa come se niente fosse. Per lei, invece, tutto è cambiato. Ma il coraggio di parlare è trovato, sia pure a fatica, grazie a un'insegnante, alle amiche e ai genitori. E allora è trovata anche la forza di denunciare.

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