Sit-in davanti alla Prefettura per il diritto di cittadinanza

Una decina di associazioni e realtà sociali sono scese in piazza per chiedere la riforma del diritto di cittadinanza. Ieri mattina una settantina di manifestanti ha aderito all’iniziativa “Italiani senza cittadinanza” promossa a livello nazionale dall’associazione Arising Africans, a cui hanno aderito Padova accoglie, Adl, BiosLab, Fuxia Block, Clash City Workers, Polisportiva San Precario, Sindacato degli Studenti, Razzismo Stop, Casa dei diritti don Gallo e Scuola d’italiano “Liberalaparola”.
Dopo aver spiegato il senso dell’iniziativa davanti alla Prefettura, i manifestanti sono partiti in corteo passando attorno al municipio e facendo il giro delle piazze per reclamare lo sblocco del ddl 2092 “Modifiche alla legge 91 del 5 febbraio 1992”, che aveva ottenuto una prima approvazione al Senato il 13 ottobre del 2015, con 310 voti. A quel punto lo Ius Soli sembrava poter diventare presto realtà. Tuttavia, il ddl è stato posto sotto la deliberazione della Commissione Affari Costituzionali del Senato, dove è fermo dal 5 febbraio 2016, soprattutto a causa del duro ostruzionismo della Lega, che ha presentato circa 8mila emendamenti al testo.
«Possono ottomila emendamenti condizionare l’avvenire di ottocento mila persone?», si chiede Sara Akayesu Carucci, di Arising Africans. Tante sono infatti le seconde generazioni residenti da anni in Italia che potrebbero beneficiare della riforma. In base al ddl 2092 diventerebbero cittadini italiani i nati in Italia se il genitore ha un permesso di soggiorno Ue di lunga durata (5 anni); i nati o gli arrivati in Italia entro i 12 anni di età, se hanno frequentato regolarmente per 5 anni uno o più cicli di studi; infine i minori arrivati in Italia tra i 12 e i 18 anni, se risiedono legalmente da 6 anni oppure hanno concluso gli studi. (si. va.)
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