Smantellata la banda albanese che riforniva di eroina il Nordest

Erano diventati punto di riferimento per il traffico di droga, capaci di far entrare in Italia una tonnellata di eroina l’anno. Un’organizzazione criminale con luogotenenti, cellule indipendenti diffuse nel Nordest e messaggi cifrati sul modello di quelli utilizzati dai nazisti per le comunicazioni durante la Seconda Guerra Mondiale, quel codice Enigma che ha dato il nome all’operazione della Guardia di Finanza che dal 2010 ha indagato sulle rotte balcaniche dei trafficanti, gruppi albanesi che acquistavano la droga in Afghanistan attraverso mediatori turchi. Gli affari dell’organizzazione criminale albanese sono stati infatti prima ostacolati e ora stroncati dalle indagini del Nucleo di Polizia tributaria Gico di Venezia, guidate rispettivamente dai comandanti Roberto Pennoni e Stefano Boldrini, indagini coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Venezia. Il bilancio finale è di 32 trafficanti albanesi arrestati e di cinque ricercati. Ai 16 arresti avvenuti in flagranza negli ultimi cinque anni ieri si sono aggiunte 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 16 delle quali tra Italia e Albania sono state eseguite nelle prime ore della giornata, 6 delle quali ad albanesi già in carcere, mentre 3 erano agli arresti domiciliari per altri reati. I cinque ricercati - secondo fonti della Finanza italiana - si trovano in Albania, e la polizia locale gli sta dando la caccia. I 21 devono rispondere, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di droga e traffico di droga con l’aggravante del gruppo transnazionale.
Tra questi ci sono i due fratelli ritenuti al vertice dell’organizzazione, Altin e Emiljan Hairi, 31 e 28 anni, tornati da alcuni anni a Durazzo dopo averne trascorsi una decina a Padova. Da Durazzo tenevano gestivano i rapporti con l’Italia dove facevano arrivare la droga e dalla quale ricevevano, sempre in contanti, i soldi frutto dello spaccio nelle principali città del Nord Italia. L’inchiesta ha permesso anche di mettere sotto sequestro beni immobili in Albania, tra i quali una importante struttura alberghiera, per un valore di 10 milioni di euro, oltre a 206 chili di eroina - i primi 20 chili furono sequestrati a Brescia nell’ottobre di cinque anni fa - 325 chili di marijuana e anche 450 di sostanza da taglio. Dal 2010 a oggi, partendo dal controllo dello spaccio al dettaglio nelle strade e nei parchi di Mestre, i finanzieri veneziani sono riusciti a ricostruire la filiera dello spaccio, seguendo gli spostamenti dei corrieri e arrivando così a identificare le cellule i cui membri, per evitare che parlassero in caso di arresto, tenevano i rapporti con i luogotenenti ma non con i vertici dell’associazione. A Trento c’erano due cellule, una si occupava delle distribuzione e della consegna dello stupefacente; un’altra era incaricata della raccolta del denaro contante e del suo trasferimento in Albania, in aereo o su auto con doppio fondo. È a Trento che lavorava per l’organizzazione criminale Balla Hajri, cugino dei due fratelli e una dei membri più fidati del gruppo, pure lui tra i cinque ricercati. Una terza cellula aveva sede a Roverchiara (Verona) dove nel 2011 era stata scoperto in un appartamento il laboratorio-raffineria che aveva permesso di sequestrare 130 chili di droga. E dove i finanzieri, nel corso delle perquisizioni, avevano trovato dei foglietti con le indicazioni dei codici con i quali i membri del gruppo tenevano i rapporti tra di loro. Infine la cellula di Padova composta di due membri, Fortuz Hajri, membro della famiglia, e Astrit Muca. I due - che compongono il quintetto dei ricercati - si occupavano di tenere i rapporti con i vertici del gruppo a Durazzo e di distribuire la droga sul territorio. Figure di rilievo, che delegavano lo spaccio ai clienti sulle strade a gruppi di nordafricani. Il procuratore aggiunto Adelchi D'Ippolito, e il generale Alberto Reda, comandante provinciale della Finanza hanno sottolineato la collaborazione con la polizia albanese, definendo l’operazione una «tra le più importanti degli ultimi anni».
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