Smog a Padova, nel 2015 respirati veleni un giorno su tre

PADOVA. Nel 2015 un giorno su tre i padovani hanno respirato aria inquinata. In pratica 132 giorni di smog sui 348 trascorsi dal 1 gennaio: il 38%. La situazione, tra Pm10 e ozono, resta preoccupante anche per il lungo periodo di tempo stabile e alta pressione delle ultime settimane. Il giorno peggiore? Il 24 luglio con un doppio sforamento di tutti gli inquinanti. Per questo Legambiente lancia un appello: «Si rischiano costi sociali molto pesanti. Apriamo un tavolo di confronto con le istituzioni», sottolinea il presidente Andrea Ragona.
Un giorno su tre. Il conto è presto fatto e lo si trova nella tabella realizzata con i dati validati dell’Arpav (centralina dell’Arcella per il Pm10 e della Mandria per l’ozono). Per le polveri sottili sono stati 75 i superamenti della soglia di attenzione fissata dalla legge in 50 microgrammi per metrocubo. Sempre secondo la legge dovrebbero esserci al massimo 35 giorni ogni anno con aria inquinata per polveri sottoli. Siamo a oltre il doppio.
Il Pm10 (che comprende anche il Pm2.5, cioè il particolato) è un inquinante soprattutto invernale. I giorni peggiori nel 2015 sono stati quelli di inizio anno: il 16 gennaio con un valore di 114, il 10 e l’11 gennaio con 113. Ma si è andati oltre i 100 microgrammi anche recentemente: lo scorso 3 dicembre.
L’ozono invece è un inquinante estivo: il picco quest’anno si è registrato il 23 luglio con ben 210 microgrammi per metrocubo quando il limite di legge è di 120.
L’appello di Legambiente. Una situazione di emergenza che spinge Legambiente a chiedere un tavolo con le istituzioni: «Ci rivolgiamo non solo al Comune, ma anche a Provincia e Regione perché lo smog è un problema di larga scala – sottolinea il presidente Ragona – È una questione di salute pubblica, parliamo di malattie non di noccioline. E, soprattutto dopo l’accordo di Parigi, è necessario che la questione ambientale torni protagonista della discussione pubblica».
Certo lo smog non è dovuto solo al traffico automobilistico, c’è anche una componente industriale e il peso del riscaldamento. «Bene ha fatto l’amministrazione a dare il bonus per cambiare la caldaia – sottolinea Ragona – Ma sulla mobilità serve innovazione. C’è bisogno di invitare la gente ad abbandonare l’auto e spostarsi sui mezzi sostenibili. Noi le proposte le abbiamo».
Ambientalisti dunque pronti a sedersi ad un tavolo per affrontare la questione: «Anche perché i costi sociali, in termini economici, delle malattie legate all’inquinamento sono importanti. Si parla di milioni di euro. È il momento di intervenire: noi mettiamo a disposizione le nostre competenze. La politica non può girare lo sguardo dall’altra parte e aspettare la pioggia».

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