Arcella, la devozione al Santo: si rinnova il corteo storico
Oltre 500 fedeli hanno partecipato alla tradizione sfilata da piazzale Azzurri d’Italia fino al Santuario: «È sempre commovente ricordare il cammino fatto dal Santo»

C’erano almeno cinquecento fedeli a partecipare al lungo corteo che ha animato le strade dell’Arcella per ricordare il giorno, al tramonto, in cui il Santo, che viveva nel convento di Camposampiero, ormai agonizzante fu condotto dai confratelli e dai fedeli nel convento dell’Arcella, dove esalò l’ultimo respiro.
Il Transito del Carro è partito dal sagrato davanti alla chiesa di San Carlo Borromeo per la prima volta a causa dei lavori in corso in piazza Azzurri d’Italia, dove stanno costruendo il DU30, il nuovo centro culturale.
Tutta la città all’Arcella
Davanti a tutti il carro con sopra la statua lignea del Santo, trainato dai buoi Meggie e consorte di 12 anni, arrivati dall’azienda agricola Albalech di Quero, in provincia di Belluno, gli stessi del 2024, e guidati dagli allevatori Erich e Diego Lazzarotto. Sono gli stessi bovini che hanno girato anche una lunga scena nel film “C’è anche Domani” sulla vita di Ennio Doris. Dietro ai buoi, tutti i religiosi presenti tra cui il vescovo, monsignor Claudio Cipolla.
Numerosi i politici e gli amministratori, tra cui il senatore-sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, cittadino dell’Arcella, il sindaco Sergio Giordani, i consiglieri comunali Nereo Tiso ed Eleonora Mosco, i sindaci Marco Schiesaro di Cadoneghe, Valter Gallo di Campodarsego, Daniele Canella di San Giorgio delle Pertiche, Katia Maccarone di Camposampiero. Per Vigodarzere c’era il presidente del consiglio comunale.
C’erano anche l’ex presidente della Provincia Fabio Bui, la consigliera regionale Elisa Venturini, Carlo Ridolfi, vice-presidente della Consulta Nord e anche Luigi Vitetti, vice-prefetto vicario.
Le voci
«È sempre commovente ricordare il cammino fatto dal Santo per andare a morire a Padova», ha detto Daniele Canella, «È una parte importante della nostra storia che, in questa occasione, unisce la provincia con la città».
Dietro al carro anche i rappresentanti del Santo Sepolcro, tra cui Carlo Emanuele Pepe dell’Ordine di Malta, del Palio dell’Arcella con gli stendardi delle quattro contrade Brolo, Grate, Capodiponte e Monastero, le donne con gli abiti d’epoca con tanti gigli freschi in mano, i Mantelli Azzurri dei macellai guidati da Lucio Zulian dell’Arciconfraternita del Santo con in testa Rosa Milone, gli alpini con in prima fila Davide Scalco e don Lauretta, parroco di Santa Giustina. I più applauditi? I tamburini dell’Arcella che hanno reso più allegro e ritmato tutto il percorso del corteo partito, in ritardo, alle 20.45 e giunto al Santuario di Sant’Antonio dopo le 21.30.
Lungo la strada tanti i drappi sulle finestre e sui balconi in omaggio al Santo e numerosi i passanti che sono andati a dare un bacio sulla fronte della statua mentre la “processione” andava avanti... a passo di bue, nonostante la temperatura torrida del tramonto di ieri. Pochi i disagi causati dal passaggio del carro.
Tanti i vigili, anche in moto, e uomini e donne della Protezione civile che hanno provveduto a chiudere, dopo le 20, non solo via Tiziano Aspetti e viale Arcella, ma anche tutte le strade laterali, sia a nord che a sud dell’arteria principale dell’Arcella.
Il tram, sul tratto stazione-Pontevigodarzere, è rimasto fermo dalle 20 alle 22 e i bus sostitutivi sono stati deviati in via Buonarroti e in via Ansuino da Forlì. Ieri sera, intanto, nella Basilica del Santo la messa celebrata dal patriarca di Venezia Moraglia e dal rettore Ramina ha registrato il pienone.
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