«Società sanmarinese per evadere il fisco»

Chiusa l’indagine della Procura sull’imprenditore Antonio Rossetto titolare della Gbr Rossetto e su un avvocato-notaio
GENESIN-FOTOPIRAN-RUBANO-DITTA GBR ROSSETTO
GENESIN-FOTOPIRAN-RUBANO-DITTA GBR ROSSETTO

Rubano

Una forma di esterovestizione societaria (attraverso Binal Service spa con sede nel paradiso fiscale di San Marino) per consentire di evadere il fisco a Gbr Rossetto spa, nota azienda commerciale nel campo dei prodotti di cancelleria e del noleggio di macchine per ufficio con sede a Rubano: è quanto emerge dall’inchiesta formalmente chiusa dal pubblico ministero padovano Luisa Rossi, atto preliminare alla (eventuale) richiesta di rinvio a giudizio.

Nel registro degli indagati il titolare, l’imprenditore Antonio Rossetto, 56enne di Abano al vertice di Gbr, e l’avvocato-notaio sanmarinese Settimio Alberto Belluzzi, già membro del consiglio di amministrazione della S.M. International Bank spa, presidente del consiglio di amministrazione di Binal Service spa con sede a San Marino.



Le accuse, a vario titolo, sono di aver evaso le imposte dirette sulla base di un fatturato di 26 milioni di euro (sia pure riconoscendo maggiori costi sostenuti dall’azienda rispetto all’ipotesi iniziale) per cifre consistenti e di aver omesso la presentazione della dichiarazione dei redditi tra il 2011 e il 2016; mentre è caduta l’originale contestazione di evasione dell’Iva per oltre 5 milioni di euro. Il tutto sulla base di un verbale di verifica da parte del Nucleo di Polizia Economico finanziaria delle Fiamme gialle guidate dal tenente colonnello Vittorio Palmese. Verbale alla base dell’avviso di accertamento trasmesso dall’Agenzia delle Entrate al titolare dell’azienda. Il risultato? Rossetto ha impugnato l’avviso di fronte alla Commissione tributaria provinciale che, lo scorso ottobre, ha respinto al mittente il ricorso. E ha addebitato pure le spese del procedimento al ricorrente.

C’è un doppio binario, dunque: oltre al fronte penale, c’è anche quello sul piano amministrativo gestito dall’Agenzia delle Entrate.



Il 29 gennaio 2018 scatta la verifica fiscale a Binal Service spa con sede legale dichiarata a San Marino e sede amministrativa accertata (almeno secondo le risultanze dell’indagine) a Rubano in via Fermi 7, dove si trovano gli uffici di Gbr Rossetto. Verifica che si era già svolta a carico di Gbr tanto da acquisire del materiale dalle competenti autorità sia sanmarinesi che austriache. L’ipotesi accusatoria – fatta propria al momento dalla procura – è che negli uffici di Gbr Rossetto sia radicata (in forma occulta) la sede amministrativa di Binal, società di diritto sanmarinese che coordina (o ha coordinato) una rete di circa 250 sub-agenti addetti alla vendita di prodotti per l’ufficio per conto dell’azienda di Rubano. È Gbr a fornire agli agenti il prontuario operativo e il materiale di lavoro come software, conservando in formato digitale il loro elenco associato a un dipendente dell’ufficio commerciale. È sempre Gbr a occuparsi della formazione dei sub-agenti contrattualizzati da Binal (dal settembre 2010 rilevata dalla famiglia Rossetto attraverso mandati fiduciari, conferiti a società fiduciarie che garantiscono assoluta riservatezza a chi è titolare delle partecipazioni) poi destinati a traslocare in parte con l’austriaca Jeko Gmbh, pure riconducibile alla famiglia Rossetto, mentre gli agenti diretti (dipendenti di Gbr) nel 2016 risultano solo 17.

L’obiettivo della complessa “esterovestizione”? Una società con sede legale in Italia deve pagare le tasse nel nostro Paese per i redditi prodotti in qualunque parte del mondo. Come evadere il fisco? Una delle possibilità è fissare all’estero la residenza fiscale di quella impresa, localizzando ma solo in maniera fittizia la residenza fiscale oltralpe (in ambito Ue o extra Ue). Nessun adempimento tributario nello Stato di appartenenza (l’Italia), con il massimo beneficio di poter usufruire del regime più favorevole nel “paradiso” scelto (in questo caso San Marino) dove, sulla carta, risulta la sede legale. Contattati per fornire il punto di vista dell’impresa e del titolare, l’avvocato Cristina Caraccioli ha rinviato a oggi, con messaggi, ogni colloquio senza rispondere al telefono, mentre non ha risposto il collega Salvatore Mattia. —

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