Sold out a Milano per i Black Keys

MILANO
Qualcuno, forse, li ha conosciuti solo grazie al videoclip di «Lonely Boy», tratto dall'ultima fatica «El Camino». Un tormentone che, oltre a spopolare su YouTube , Facebook & Co, è valso all'improvvisato ballerino - protagonista, ospitate nei principali talk show d'America.
Qualcuno, forse, si è accorto di loro solo grazie all'accattivante fischiettio di «Tighten Up», uno dei singoli del precedente album – best-seller, «Brothers».
Qualcuno, forse, li segue sin dal lontano 2002, anno del loro ruvido disco d'esordio, the Big Come up, registrato in una cantina.
Beh, fatto sta che il concerto del prossimo 30 gennaio, all’Alcatraz di Milano, degli statunitensi Black Keys, è sold-out da mesi. D’altronde si tratta dell’unica data italiana di una delle band più celebrate e à la page del momento che vanta, tra i propri fans dichiarati, da Thom York dei Radiohead, ai Metallica, Liam Gallagher e Artic Monkeys.
I Black Keys, da Akron in Ohio, sono una formazione scarna: Daniel Auerbach alla voce – chitarra, e Patrick Carnera alla batteria.
Un duo alla White Stripes per intenderci, ma con uno spettro di suoni più ampio, che va dal blues a Jimi hendrix, Black Sabbath, Led zeppelin, Queens of the Stone Age, fino al garage. Influenze musicali molto nette che, nell’ultimo disco «El Camino» (subito al numero 2, all’esordio, nelle classifiche U.S.A.), sono state miscelate e ammorbidite in un sound in grado di incontrare il gusto di un pubblico più ampio, meno attento, insomma, ad assoli e distorsioni e più alla ricerca di qualche ritornello «cool» da canticchiare in macchina.
Dopo molti anni nel mondo-indie con ottime recensioni di critica ma vendite meno entusiasmanti, il successo commerciale dei Black Keys, in fondo, non può che essere considerato come un inatteso traguardo, non certo un improvviso limite.
Questi due ragazzi americani, nati musicalmente nel 2001, negli Usa hanno venduto oltre 2 milioni di dischi.
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