Sondino infilato nel polmone, muore a 81 anni. La procura di Padova indaga
Giovanni Fermi era titolare di Bagno Arredo. Aperta un’inchiesta per colpa medica

LA VITTIMA Giovanni Fermi aveva 81 anni
E' morto martedì scorso in seguito alla perforazione del polmone avvenuta incidentalmente durante un'operazione chirurgica per il posizionamento di un sondino in vena cava per il dosaggio di un antibiotico. Dopo la denuncia sporta dai famigliari, assistiti dall'avvocato Gianmaria Del Monaco, la procura di Padova ha aperto un'inchiesta per colpa medica. Per ora non ci sono indagati anche se il pm Renza Cescon ha affidato l'autopsia e individuato il medico che ha eseguito l'operazione sospetta. Il paziente morto è Giovanni Fermi, 81 anni, residente a Padova in via Trieste 1. La sua salma è ora a disposizione dell'autorità giudiziaria. In seguito verrà cremata.
Come lui desiderava. Il pensionato, già sofferente di alcune patologie, era stato ricoverato all'ospedale San'Antonio di Padova a novembre in seguito ad una polmonite. Si optò per la degenza nel reparto di Neurologia dove l'ottantunenne era conosciuto. Lunedì scorso, in vista delle sue dimissioni, si decide per l'inserimento del sondino che avrebbe permesso all'uomo di continuare anche a casa la terapia antibiotica prevista.
Per questo motivo lascia il reparto di Neurologia e viene portato in sala operatoria. Un medico anestesista si occupa di quella che, seppur relativamente semplice è un'operazione chirurgica. Dall'esposto dei famigliari emerge che l'intervento va storto e viene perforato il polmone. Un evento che lo porta alla morte in poco tempo. La procura ordina il sequestro della cartella clinica e dispone per il 3 gennaio del prossimo anno l'autopsia che sarà eseguita dal professor Vittorio Fineschi, direttore dell'istituto di Medicina Legale di Foggia e dal professor Michele D'Ambrosio, medico anestesista, sempre di Foggia.
«Chiedevo solo di portarlo a casa - racconta disperata la moglie Lucia Furlan - per farlo rimanere qua qualche giorno, anche se non era definitivamente guarito. Inoltre la sua ultima volontà era quella di morire a casa sua, nel suo letto. Invece è finito in Rianimazione, me l'hanno ammazzato. Le sue traversie erano iniziate a marzo con la rottura del femore. L'operazione non era riuscita bene e da lì siamo arrivati agli eventi di questi giorni. Ogni giorno è andata sempre peggio».
Giovanni Fermi oltre alla moglie lascia nel dolore il figlio Enrico. Il pensionato per 38 anni aveva gestito il negozio Bagno Arredo di via Codalunga che ora è in mano al figlio. Era un uomo molto conosciuto e stimato, soprattutto per il suo lavoro decennale a contatto con il pubblico. Le sue condizioni di salute prima della rottura del femore erano decisamente buone per l'età. Ora l'indagine della procura accerterà se ci sono state delle reali colpe mediche che potrebbero portare alla richiesta di rinvio a giudizio per chi ne ha causato il prematuro decesso.
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