«Sono Sartana e invado Pordenone»

PADOVA. La novità in termini di pubblico ha funzionato. L’iniziativa dello Stabile di presentare in anteprima i lavori in corso per gli spettacoli del prossimo anno, ha subito raccolto un tutto esaurito, sia a Padova, (al Ridotto del Verdi) sia a Venezia (nel foyer del Goldoni). La prima tre giorni di prove è stata appannaggio di Natalino Balasso e della sua nuova compagnia, che hanno presentato a un centinaio di spettatori alcune scene di “La cattivissima”, che sarà in scena in autunno.
Attori seduti intorno a un tavolo e via con le prove, un po’ leggendo, un po’ a memoria. Balasso non rinuncia alla parte del mattatore, del resto c’è pur sempre un pubblico: «Ma voi che pubblico siete? Avete mandato una email (pronuncia rigorosamente email) per partecipare a questa cosa? Guardate che sono le prime prove, e quando cominceremo capirete subito che sono le prime prove». E ancora racconta. «Mi ha chiamato lo Stabile al telefono, proprio il telefono di casa eh, che è una cosa importante. Mi hanno detto: hai un progetto, abbiamo chiamato te perché abbiamo finito i soldi». Progetto accettato ed ecco la commedia.
«Il personaggio si chiama Toni Sartana» dice Balasso «l’ho chiamato così perché alla fine degli anni Sessanta, c’era un pistolero dei western con questo nome. Mi ricordo un titolo, tanto per chiarire chi è : “C’è Sartana... vendi la pistola e comprati la bara”. Balasso racconta del suo Sartana, che punta a fare carriera politica con tutti i mezzi, anzi, con un mezzo solo: uccidere gli avversari. «Lui ha capito che i problemi non si affrontano, si eliminano»..
Si passa alle scene: Sartana che vuole diventare “Assessore ai schei” della Regione Serenissima. Sartana che incontra il temibile killer Bordin, anima degli ultras rodigini. Sartana che incontra l’amante e le promette di diventare una star televisiva. Sartana che inventa la Macchina della Palta, per distruggere gli avversari politici anche mediaticamente, se proprio non li si può uccidere. Il tutto recitato in quel veneto rude e cadenzato che è l’invenzione linguistica di Balasso anche nei suoi lavori precedenti, ma qui diventa lingua comune anche agli altri attori, Francesca Botti, Marta Dalla Via, Andrea Pennacchi, Silvia Piovan, Stefano Scandaletti, che del resto sono veneti anche loro.
Il pubblico ride e questo è uno dei motivi per i quali sono state aperte queste prove. Testare le reazioni del pubblico è importante per rendersi conto se un testo, soprattutto se nuovo come questo, funziona oppure no. Balasso racconta ancora del suo personaggio, della sua crudeltà infantile, della sua ascesa e misera caduta: «Vi dico solo che ad un certo punto invade la regione vicina, la Regione Giulia, e attacca militarmente Pordenone». Più in là non va, il finale è top secret.
Nicolò Menniti-Ippolito
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