«Sono stato costretto a farmi sostituire la protesi difettosa»

Un’altra decina di persone (tra pazienti ed eredi difesi dall’avvocato Alvise Fontanin) aspettano l’arrivo della cartella dell’Agenzia delle Entrate. Con la richiesta di restituzione all’Azienda...
GENESIN - SENTENZA VALVOLE KILLER GENESIN - SENTENZA VALVOLE KILLER - CONDANNATO. Il professor Dino Casarotto ascolta sentenza di condanna FOTOSERVIZIO BIANCHI
GENESIN - SENTENZA VALVOLE KILLER GENESIN - SENTENZA VALVOLE KILLER - CONDANNATO. Il professor Dino Casarotto ascolta sentenza di condanna FOTOSERVIZIO BIANCHI
Un’altra decina di persone (tra pazienti ed eredi difesi dall’avvocato Alvise Fontanin) aspettano l’arrivo della cartella dell’Agenzia delle Entrate. Con la richiesta di restituzione all’Azienda ospedaliera di Padova, entro 60 giorni, dell’anticipo sul risarcimento incassato. Solo altri due pazienti sono stati in grado di pagare (80 mila euro a testa, l’uno a rate l’altro in un’unica soluzione). Tutti avevano abbandonato il contenzioso civile rinunciando a impugnare in Cassazione le sentenze negative di primo grado, confermate in appello. Tra loro Cristian Marchetti, 45enne di Taglio di Po: fu operato nel 2000 a 28 anni. Quattro anni più tardi venne “costretto” a un nuovo intervento per sostituire la valvola che aveva già ucciso Antonio Benvegnù, 52enne di Albignasego e poi Enzo Barbetta, 69enne di Este. «Era il 2004» racconta Marchetti, «Mi cercò d’urgenza la Cardiochirurgia padovana perché era appena morto il signor Barbetta. Mi dissero che dovevo rioperarmi: la valvola poteva rompersi da un momento all’altro. Avevo paura, il secondo intervento aveva una percentuale di rischio altissima. E ora? Arriverà la cartella dell’Agenzia delle Entrate per la restituzione dei 70 mila euro che avevo avuto come anticipo. E che ho speso per comprare la casa a mia madre. Casa che mi pignoreranno». Rischia lo stessa sorte Cinzia Barbetta con la sorella Michela, figlie della seconda vittima: «È un dramma... Ma anche una vergogna per la sanità e per la giustizia italiana. Possibile che un errore così grave, come l’uso di valvole difettose, resti impunito? Nel corso dell’autopsia sul corpo di papà è stato trovato l’emidisco della protesi rotto... Ora siamo noi, vittime, a doverci rivale sull’azienda brasiliana produttrice che è sparita subito? Quando ci eravamo rivolti con fiducia al centro “Gallucci” di Padova, diretto dal professor Casarotto, eravamo convinti di aver trovato il “meglio”». Qualche anno fa un altro gruppo di pazienti, che avevano incassato una quota di risarcimento fissa di 50 mila euro, con l’aiuto dell’Unione consumatori hanno chiuso una transazione con l’ospedale. Rinuncia a qualunque pretesa e nessuna cartella esattoriale.
(cri.gen.)


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