«Sono tornata a lavorare solo con le clienti che hanno fatto il vaccino»

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Vuoi entrare? Devi aver fatto il vaccino. Altro che passaporto vaccinale, da Paola Bazzea, regina del suo negozio Truccomania, il vaccino è da un pezzo il nulla osta per i suoi servizi. «Da quando è iniziata questa brutta storia – racconta la signora Paola – Io e le mie clienti l’abbiamo presa sul serio. Tanto che dopo il lockdown non ho più riaperto al servizio make-up, ovvero al trucco speciale per ogni viso. Del resto avevo poco di che lavorare: non ci sono stati eventi, cerimonie, cene importanti, in questo ultimo anno non c’è stato quasi nulla».
Per Paola il lavoro si è trasformato in delivery: «Spedizione e consegna dei prodotti o asporto – spiega – in base alle richieste». Finché non si è cominciato a parlare di vaccini e finché non sono state distribuite le prime dosi: «A quel punto le cose sono cambiate – rivela – Con chi è vaccinato posso lavorare tranquillamente: io porto sempre la mascherina, loro possono toglierla. Nel mio lavoro la vicinanza con la persona è indispensabile: come raggiungo un volto se non mi avvicino?». E così le clienti vaccinate hanno ripreso a tornare. «Sono arrivate anche le clienti che non hanno ancora fatto il vaccino – racconta Paola – non le trucco, ma posso sempre vendere i miei prodotti e fare un po’ di chiacchiere». E il ritorno delle amiche-clienti è stato segnato da un sentimento condiviso: «La stanchezza – ammette Paola – Siamo tutti un po’ insofferenti. Posso vantarmi di avere una clientela di donne intelligenti, tutte caute e prudenti. Tuttavia non possiamo negare che questa sorta di reclusione, che ad intervalli diversi dura da più di un anno, sta mettendo a dura prova anche gli spiriti più forti». —
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