Sopralluogo alle frane, ora servono aiuti

MONSELICE. Trecentomila euro di lavori solo per mettere in sicurezza il Montericco. Si è tenuta ieri l’ispezione dei geologi regionali sulle frane del Carmine, insieme alla Protezione civile con Giuseppe Rangon e al dirigente dell'ufficio tecnico Mario Raniolo.
Il cortile franato. Sono iniziati i lavori nel cortile franato al civico 36D di via Pignara, di proprietà di Claudio Bernardini. La frana qui si è verificata lo scorso 3 febbraio: a crollare verso valle una quindicina di metri di un muro esterno, posto a sostegno del terrazzo che costituiva il cortile dell’abitazione di Bernardini. Cortile ora squarciato letteralmente a metà: con la pavimentazione è crollato tutto. È stata una fortuna che non sia venuta giù anche la casa, posta qualche metro più indietro. E un miracolo che il crollo abbia colpito solo lo spigolo dell’abitazione sottostante, che ha corso il rischio di essere travolta. Ora i residenti hanno paura a dormire. E si trovano pure alle prese con un lavoro del costo di circa 150.000 euro, che in teoria dovrebbero pagare di tasca propria, perché la frana è avvenuta in una proprietà privata. «Noi siamo persone normali, non ho una simile disponibilità economica» racconta con le lacrime agli occhi Bernardini. «Ci siamo trovati a dover scegliere se andare via o cominciare i lavori. Ho deciso di iniziarli, ma non ho queste cifre: spero davvero che arrivi un aiuto da parte degli enti pubblici, altrimenti sarò costretto a fermarmi». Senza contare il dramma di vedersi squarciato il giardino. «Avevamo finito di pagare il mutuo lo scorso 20 dicembre» racconta la moglie. All’indomani della frana è subito partita la progettazione, ma il cantiere è stato avviato una settimana dopo, perché continuava a piovere. Va avanti senza interruzioni anche nei festivi: sotto quella che una volta era la terrazza esterna è stato realizzato un imponente sbancamento, con una fondazione in cemento armato. Un lavoro di terrazzamento che garantirà sicurezza in questo tratto: ma ne servirebbero molti altri, più in alto e più a valle.
Altra frana in via Pignara. Risaliva ad aprile dell’anno scorso, ma si è riaperta pochi giorni fa un’altra ferita, quella al civico 42 della stessa via Pignara. Qui l’ufficio tecnico ha vietato l’accesso al cortile sul retro del condominio. La scorsa settimana sono caduti degli alberi e del pietrisco. «Per mettere in sicurezza questo tratto serviranno circa 100.000 euro» spiega Raniolo. Ma c’è anche una terza frana sul Montericco, ancora in via Pignara ma verso Arquà: in questo caso ha ceduto il ciglio stradale.
La cava dismessa. I tecnici della Sezione geologia della Regione ieri mattina hanno ispezionato anche l’ex cava Mardegan, che si trova praticamente sopra la casa di Bernardini. Evidente il problema della mancanza di un sistema di regimentazione delle acque: in questi casi l’acqua si infiltra nella roccia e crea dei vuoti. Ma preoccupa anche la situazione dell’ex frantoio della cava, edificio in cemento armato in stato precario: già da un anno un'ordinanza imporrebbe ai privati di provvedere.
Le frane della Rocca. Nessun nuovo sopralluogo invece sulla Rocca, nonostante il quadro resti molto critico e allarmante, per la continua caduta di massi dal fronte di via San Tomio e via Galilei.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova