Sos da Camposampiero per Cardiologia

L’ex primario Pantaleoni: «Vogliono chiuderla a fine anno». Padrin (Regione): «Primariato a Cittadella, ma il servizio resta»
Di Giusy Andreoli

CAMPOSAMPIERO. Attilio Pantaleoni, già primario e fondatore di Cardiologia e Terapia intensiva dell’ospedale “Pietro Cosma”, primo direttore sanitario dell’Usl 15, non si rassegna alla riorganizzazione che si profila con le nuove schede ospedaliere regionali. E si appella a Leonardo Padrin, presidente della quinta commissione regionale Sanità. «Voci parlamentari e regionali dicono che la Cardiologia di Camposampiero chiuderà all’1 gennaio 2015», scrive Pantaleoni, «mentre lei stesso mi sembrava aver confermato che Cardiologia a Camposampiero avrebbe mantenuto la stessa consistenza storica: 5 letti di Terapia intensiva e 16 di semintensiva sempre occupati. Bisogna prendere atto che, data la loro capacità interventistica, le Cardiologie di Vicenza, Bassano e Castelfranco stanno soffocando la Cardiologia di Cittadella. Pertanto solo se anche a Camposampiero si manterrà una Cardiologia efficiente qual è e, cosa detta anche allora, venisse installata una emodinamica, ovviamente gestita da Cittadella, si allargherebbe addirittura il naturale bacino d’utenza». Per Pantaleoni, inoltre, così facendo si rafforzerebbe la Cardiologia nella sua completezza diagnostico-interventistica dell’intera Usl 15. E Vigonza , Vigodarzere, Noale, forse anche Cadoneghe potrebbero trovare risposte più urgenti a Camposampiero rispetto a Padova e a Mirano, specie se venisse mantenuto l’impegno dell’arrivo di un cardiochirurgo padovano a Camposampiero. Cittadella potrebbe invece mantenere il suo rapporto cardiochirurgico con Vicenza. «Capisco che il prossimo anno ci saranno le elezioni amministrative a Cittadella, ma che si possa arrivare a distruggere un reparto ovunque riconosciuto e apprezzato, anche nella prospettiva di un Centro Traumatologico che non potrà prescindere da una Cardiologia efficientissima specie nella fase acuta, mi sembra un errore ingiustificabile e privo di spiegazioni accettabili», conclude Pantaleoni. Le schede, però, sono in mano al direttore generale Francesco Benazzi, che entro il 2 aprile dovrà collocarle in base alla necessità.

Ma Padrin già dà una prima risposta. «Siamo abituati a confondere il servizio con il primario. Se Cardiologia andrà a Cittadella, a Camposampiero rimane il servizio», assicura Padrin, che mette in guardia: «Nella Bassa ci sono 200 mila residenti e un solo ospedale, nell’Alta 240 mila hanno invece 2 ospedali. O ne specializziamo uno oppure ne chiude uno. Se li si vuole mantenere entrambi, devono fare due lavori diversi, questa è la logica: uno sarà una struttura di tipo territoriale, l’altro deve diventare monospecialistico e servire non solo l’Usl 15, ma un bacino molto più ampio, di 500 mila persone. Si è scelto di fare di Camposampiero un centro traumatologico ortopedico, dobbiamo proseguire su questa strada. Ma poi è il direttore generale che decide come dislocare i vari reparti».

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